Cultura

La responsabilità sociale d’impresa a Terra Futura

L'argomento e' stato al centro di un incontro alla Fortezza da Basso di Firenze, organizzato in collaborazione con Fabrica Ethica e Regione Toscana

di Redazione

Leggi vincolanti per la responsabilita’ sociale delle imprese. E’ la richiesta ribadita a Firenze, nel corso di ‘Terra Futura’, dalle 14 associazioni e ONG italiane (tra cui Action Aid International, Amnesty International, Fondazione Responsabilita’ Etica e Mani Tese) che hanno lanciato nel 2003 la campagna ‘- Beneficenza, + Diritti’. L’argomento e’ stato al centro di un incontro che si e’ svolto ieri alla Fortezza da Basso di Firenze, organizzato in collaborazione con Fabrica Ethica e Regione Toscana. Dal dibattito e’ emersa appunto la necessita’ di norme ‘cogenti’ che facciano superare l’attuale forma ”volontaristica” della responsabilita’ sociale d’impresa. Secondo Wolfgang Sachs, del Wuppertal Institut, occorre ”andare a lungo termine verso un quadro di regolamento obbligatorio per creare un livello consolidato di impegno che non venga facilmente minato o compromesso da qualsiasi altra impresa; per questo e’ necessario un trattato multilaterale sulla responsabilita’ delle grandi imprese”. Sulla stessa linea Susan George, vicepresidente di Attac Francia, che si e’ detta ”molto scettica” sull’effettiva applicazione della responsabilita’ sociale per le imprese, finche’ sara’ basata su una scelta volontaria. ”Vorremo norme che obblighino le imprese alla trasparenza e al rispetto dei diritti umani e dello sviluppo sostenibile in tutta la filiera produttiva – ribadisce Mariarosa Cutillo, responsabile relazioni esterne e internazionali di Mani Tese -, anche per questo c’e’ bisogno di nuovi strumenti che possano garantire un’azione dal basso. A questo scopo nasce ‘Relazionarsi’, la rete degli enti locali per la responsabilita’ sociale lanciata oggi a Terra Futura. Avra’ lo scopo di promuovere la costituzione di tavoli di confronto e di lavoro a livello locale che coinvolgano i diversi soggetti del territorio. Uno strumento a cui hanno creduto per primi la provincia di Milano e la regione Toscana”.

Nel corso del dibattito, Peter Pennatz, rappresentante della ‘Piattaforma europea sulla responsabilita’ sociale d’impresa, ha sottolineato la necessita’ di ”concentrare l’impegno sul modo in cui la Commissione europea e gli Stati membri si occupano di responsabilita’ sociale”. Al centro del dibattito anche la questione della conoscenza da parte del consumatore delle scelte compiute dalle imprese e del loro effettivo impatto ambientale, economico, sociale. Da ‘Terra Futura’ e’ emersa la necessita’ che la voce del consumatore entri nel rapporto impresa-ente certificatore, un rapporto oggi fondamentalmente chiuso. Proprio per questo e’ stato creato il marchio di certificazione ‘Valore sociale’, il primo nato dall’iniziativa di un gruppo di associazioni: ActionAid International, Amnesty International, Arci, Fondazione Culturale Responsabilita’ Etica, Mani Tese, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino e Ucodep. Il marchio intende proporre agli imprenditori un modello aziendale che sappia integrare i processi produttivi con un comportamento socialmente responsabile, e successivamente possa verificare l’avvenuta attuazione del modello proposto, fornendo soprattutto una valutazione qualitativa dell’azienda. Il modello certificato ‘Valore Sociale’ definito attraverso 15 ambiti fondamentali, tra cui diritti umani, condizioni di lavoro e trattamento dei lavoratori, lavoro minorile, salute e sicurezza sul lavoro, protezione dei consumatori, dell’ambiente, corruzione, gestione finanziaria responsabile, fornitori, politica retributiva, trasparenza e rendicontazione.

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