Comitato editoriale
La ricerca ha bisogno di “orecchio”
Alfredo Raglio, musicoterapeuta Maugeri e gli informatici Bicocca, Vizzari e Manzoni, cercano “ascoltatori” per un progetto scientifico. Servono pochi minuti per partecipare al questionario sonoro. Lo studio ha l’obiettivo di migliorare l’utilizzo della musica e della tecnologia in ambito terapeutico
di Redazione

Volete dare una mano alla ricerca? Prestatele orecchio. Letteralmente. La ricerca è quella del Laboratorio di Musicoterapia dell’Irccs Maugeri di Pavia e del Dipartimento di Informatica, Sistemi e Comunicazione dell’Università Bicocca di Milano e ha come obiettivo “il miglioramento dell’utilizzo della musica e della tecnologia in ambito terapeutico”.
Si tratta di un questionario interattivo, online, e anonimizzato, a cui l’ascoltatore deve dedicare alcuni minuti, una ventina, in una condizione di tranquillità e sufficiente silenzio. Il motivo è semplice: gli sarà chiesto di ascoltare alcuni frammenti sonori e di riportare le sue sensazioni, sia scrivendo direttamente stati d’animo o immagini evocate, sia segnando su una scala da uno a 10, quanto, i suoni ascoltati l’abbiano coinvolto e fatto rilassare o, viceversa, l’abbiano lasciato indifferente.

«Il sistema», spiega Alfredo Raglio (nella foto), musicoterapeuta e responsabile del laboratorio Maugeri, «prevede l'arruolamento effettivo in una fase successiva, poiché deve avvenire una randomizzazione che assegna i partecipanti a diversi bracci di ricerca».
I ricercatori, Raglio per la Maugeri, Giuseppe Vizzari e Luca Manzoni per Bicocca, sono abbottonati sul contenuto del test: «Non viene indicato totalmente», spiega Raglio, «poiché uno degli aspetti importanti dei questionari, in generale, è che i partecipanti non conoscano troppi dettagli prima di partecipare allo studio».
Di certo, «viene testata una certa tipologia di musica e durante la compilazione del questionario, chi aderisce allo studio, in analogia con quanto proposto nel test di Turing, sarà posto di fronte a un confronto tra compositore umano e macchina…», conclude.
Per accedere al questionario, qui
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