Formazione

La seconda vita di Paul Newman

L'attore americano racconta in un'intevista il suo impegno per salvare i bambini malati

di Redazione

”Io sono stato molto fortunato, ora cerco di mettere la mia fortuna al servizio di chi ne ha avuta meno. Mi creda, non ho fatto un grande salto ne’ una cosa cosi’ straordinaria”. Con queste parole l’attore Paul Newman commenta, in un’intervista a ”La Repubblica”, la sua decisione di aprire il suo primo camp italiano per bambini malati che sorgera’ in Toscana.

E l’attore spiega di aver scelto un camp per i piu’ piccoli ”perche’ i bambini hano piu’ tempo davanti a loro, quindi maggiori possibilita’ di guarigione”. ”Poi -aggiunge Newman- c’e’ un’altra cosa: gli adulti comprendono la malattia, i piccoli no. Si domandano di continuo: ‘perche’ io non sono uguale agli altri?’. E’ un paragone infinito e triste”. ”Li vedo quando arrivano nei nostri camp. Scendono dall’autobus -racconta- come tanti paletti di legno. Poi, per fortuna, trasformano la lotta al male in un gioco”.

”Nella struttura sul Giordano -sottolinea Paul Newman- stanno assieme bambini israeliani e palestinesi. Ogni volta che vado la’ penso quanto di buono si potrebbe fare se gli adulti riuscissero a tornare un po’ bambini”.

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