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La società civile digiuna con Papa Francesco

Trasversale l'adesione alla proposta di Bergoglio. A digiunare e pregare col pontefice ci saranno anche il Gran mufti di Siria e Gregorio III Laham, patriarca grecocattolico di Antiochia. E ogni minuto si aggiungono adesioni convinte da decine di organizzazioni della società civile

di Redazione

L'invito del Papa a osservare, il 7 settembre, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, lanciato domenica all'Angelus in piazza San Pietro, è stato accolto con grande rispetto ed attenzione nel mondo non solo cristiano.

Il Papa si era detto “profondamente ferito” per quanto sta accadendo in quel “martoriato Paese” e in altri luoghi di conflitto. Per questo ha dato appuntamento in piazza San Pietro dalle 19 alle 24, estendendo l’invito a tutti i cristiani, ai fedeli di altre religioni e ai non credenti.

“Mai più la guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato”, ha scandito il Papa, con toni inusualmente gravi e solenni. «Quanta devastazione, quanto dolore – ha sottolineato – ha portato e porta l’uso delle armi in quel martoriato Paese». «Con particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche». «Pensiamo quanti bambini – ha esclamato – non potranno vedere la luce». «C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della Storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire!. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza! Con tutta la mia forza chiedo alle parti in conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei propri interessi ma di guardare all’altro come ad un fratello e di intraprendere con coraggio e decisione la via dell’incontro e del negoziato, superando la cieca contrapposizione».

Quindi il richiamo alla comunità internazionale perché compia ogni sforzo, promuova senza indugio iniziative chiare per la pace, basate sul dialogo e sul negoziato per il bene dell’intera popolazione siriana.

All'invocazione del Papa si è aggiunta la voce del segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, monsignor Mario Toso, ai microfoni della Radio Vaticana: «La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere quella dell'intervento armato. La situazione di violenza non ne verrebbe diminuita. C'è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi». C'è bisogno di «segni di pace», che, dice il vescovo, «muovono le persone più dei bei discorsi. C'è bisogno di essere pellegrini della verità, pellegrini della pace. La costruzione della pace dipende dalla ricerca appassionata della verità sull'uomo, sul mondo e su Dio. Dipende, in particolare, dalla comunione con Lui, dalla preghiera che si traduce in atti di giustizia». In molti hanno già accolto l'invito del Papa a una giornata di impegno per la pace. E non solo cattolici.

Il Gran mufti di Siria, Ahmad Badreddin Hassou, leader spirituale dell'islam sunnita in Siria, «è profondamente colpito dall'appello del Papa per la pace in Siria, e ha espresso il desiderio di essere presente in San Pietro per la veglia di preghiera per la pace in Siria». Lo ha sottolineato l'agenzia Fides, precisando che «una richiesta esplorativa in tal senso è stata inviata dal leader islamico al Nunzio Apostolico a Damasco», mons. Mario Zenari, e nei prossimi giorni «si valuterà, da ambo le parti, la fattibilità di questo desiderio. Anche se, per ragioni logistiche o di altro genere, questa eventualità non si verificherà, il mufti ha detto alla sua comunità a Damasco di «accogliere l'appello, esteso da Papa a tutte le religioni, a pregare per la pace in Siria». I musulmani siriani saranno invitati a pregare per la pace il 7 settembre, «in comunione e simultaneamente al Papa, nelle moschee a Damasco e in tutto il territorio nazionale. Secondo il mufti, «tutti avvertono che il Papa è un padre, che ha a cuore il futuro del popolo siriano tutto e che vuole proteggere tutta la società siriana, nelle sue diverse componenti, perché non sia distrutta da divisioni religiose e dal radicalismo. I musulmani siriani – continua Fides – vedono il Papa come 'vero leader spirituale, libero da interessi politici, individuali o collettivi, come leader che parla per il vero bene del popolo siriano».

«La Giornata di preghiera annunciata dal Papa è un gesto straordinario di pace, che conferma il grande amore di Francesco per questa terra martoriata. Invitiamo tutti, cattolici, ortodossi, musulmani e non credenti a pregare con noi per la pace in Siria e Medio Oriente». È quanto afferma all'agenzia missionaria AsiaNews Gregorio III Laham, patriarca grecocattolico di Antiochia, di tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme dei Melchiti. Il prelato, citato anche dalla Radio Vaticana, sottolinea che tutte le parrocchie della Chiesa greco melchita in Medio Oriente e nel mondo hanno già iniziato i preparativi per rispondere all'iniziativa: «In Siria – continua Gregorio III – terremo aperte le nostre chiese fino a mezzanotte, per permettere a tutti (cattolici, ortodossi e musulmani) di pregare. Le veglie si terranno ovunque sia possibile, anche se vi fossero meno 10 persone a parteciparvi». Per Gregorio III, la vicinanza di Francesco e della Chiesa è fondamentale per tutta la popolazione siriana – cristiana e musulmana – che senza un sostegno rischia di perdere la speranza. Il patriarca spiega che l'8 settembre ricorre la festa della Natività di Maria, molto sentita in Medio Oriente, soprattutto in Siria e Libano. «Noi ci affidiamo alla Madonna – conclude – al digiuno e alle veglie di preghiera vi saranno celebrazioni speciali nel santuario di Saidnaya (Damasco) e nei vari luoghi di culto mariani sparsi per il Libano».

Sono già decine e decine le diocesi che hanno iniziato a rilanciare l'invito del Papa da Milano a Monreale. 

«Quella del 7 settembre sarà una giornata importante. E spero che ci saremo tutti. Ciascuno a suo modo, con il suo credo e le sue convinzioni»: è l'invito di Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace alla quale aderiscono le principali associazioni pacifiste. Lotti sottolinea che sarà la prima grande manifestazione di pace contro la guerra in Siria e che «l'ha indetta ieri con grande forza e coraggio Papa Francesco, rompendo il silenzio e l'inazione generale che da lungo tempo circonda questa tragedia». Dunque, «non c'è spazio per nessun distinguo, chi vuole sinceramente la pace non può che partecipare». «Papa Francesco invita tutti a una giornata di preghiera e di digiuno. Il digiuno – spiega Lotti – è, prima ancora che un atto di rinuncia materiale al cibo, un gesto di vicinanza a tutti quei bambini, quelle donne e quegli uomini che sono precipitati nell'inferno della guerra in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero». Ma il digiuno, sottolinea, è «anche un atto politico contro una politica che minaccia di trascinarci in un nuovo conflitto mondiale», è «un gesto di protesta contro l'ingiustizia dilagante e contro l'ipocrisia che l'accompagna e cerca di coprirne i responsabili» nonché «un atto di penitenza, di autocritica, di riconoscimento delle proprie responsabilità. Chi digiuna riconosce di non aver fatto abbastanza, di essere in qualche misura “corresponsabile”. Forse non potevamo fare altro ma, di fronte a tragedie così grandi, non ci possiamo autoassolvere».

L'Azione Cattolica Italiana, come tutte le Ac del mondo riunite nel Forum Internazionale di Azione Cattolica, condivide il grido della pace di cui Papa Francesco si è fatto interprete. «Aderendo alla proposta e all'intenzione di Papa Francesco – si legge in una nota -, i ragazzi, i giovani e gli adulti di Azione Cattolica di tutta Italia, condividendo la troppo lunga sofferenza di tutta la popolazione siriana, in particolare di tanti bambini, parteciperanno alla giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, nel Medio Oriente e nel mondo. Offriamo la nostra concreta disponibilità a contribuire all'organizzazione in tutte le parrocchie e le diocesi del Paese di questo momento di preghiera e di incontro, alla vigilia della ricorrenza della Natività di Maria, Regina della Pace. «La comunità francescana del Sacro Convento ha accolto l'invito del Papa, consapevole che le armi della preghiera e del digiuno sono la strada che permettono di sminare il cuore dell'uomo». Lo riferisce padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del convento di Assisi. Il digiuno è un piccolo gesto, molto semplice ma allo stesso tempo con un significato molto profondo – riferisce padre Fortunato – il digiuno aiuta a dominare gli egoismi dell'uomo. Rinunciando a qualcosa aiutiamo a far uscire il male dalla nostra vita». «In questi giorni, oltre al digiuno – spiega – in comunione con la diocesi comunicheremo anche gli atti liturgici che organizzeremo per la pace in Siria». «La Caritas accoglie prontamente l'invito del Papa al digiuno e alla preghiera». Lo afferma il direttore della Caritas italiana, don Soddu.

Accogliendo il drammatico appello di papa Francesco per la pace in Siria, don Juliàn Carron, presidente della Fraternità di CL, ha dichiarato: «Il Papa si appella all’esigenza di pace che si annida nel cuore di ogni uomo per rivolgere un drammatico richiamo alla pace in Siria, e al tempo stesso offre un criterio per affrontare il conflitto: non è mai l’uso della violenza che porta alla pace, ma l’incontro e il negoziato. Si potrà raggiungere una soluzione pacifica solo se tutti guardiamo l’altro non come un nemico da eliminare, ma come un fratello. Accogliamo questo pressante invito del Papa e sosteniamo il suo grido − “Mai più la guerra! Un Appello che nasce dall’intimo di me stesso!” −, unendoci alla sua preghiera con l’offerta delle nostre giornate, mentre aspettiamo di partecipare con tutti i fratelli e gli uomini di buona volontà alla grande giornata di digiuno e di preghiera convocata per sabato 7 settembre a Roma, aderendo alle iniziative delle diocesi nel mondo».

La Comunità di Sant'Egidio accoglie «con riconoscenza e totale sostegno» l'invito di papa Francesco. Sabato 7 settembre a Roma, in piazza San Pietro e negli oltre 70 paesi del mondo in cui è presente e opera, la Comunità – si legge in un comunicato – si riunirà per pregare e per ripetere con forza e convinzione il grido del papa: «Non è mai l'uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza». La Comunità di Sant'Egidio – ricorda il comunicato – è impegnata nella preparazione del XXVII Incontro Internazionale per la Pace, che si svolgerà a Roma dal 29 settembre al 1 ottobre sul tema “Il coraggio della speranza: religioni e culture in dialogo”. Sarà un'occasione per sottolineare ancora una volta, insieme al papa, che «non la cultura del conflitto, ma la cultura dell'incontro e del dialogo costruisce la convivenza tra i popoli, unica strada per la pace» conclude la nota.

“Le Acli aderiscono con convinzione e consapevoli della gravità estrema della situazione internazionale, alla giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, indetta da Papa Francesco per sabato 7 settembre” vigilia della Natività di Maria”. Lo annuncia Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, che ricorda che le Acli “danno il pieno sostegno ai reiterati appelli lanciati dal Papa per scongiurare l'internazionalizzazione del conflitto siriano, per ricercare una soluzione diplomatica e per superare “la cultura dello scontro, la cultura del conflitto” affermando “la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo” come “unica strada per la pace”. Lo esige la fede in Cristo, lo suggeriscono la prudenza e la responsabilità, dopo le chiarissime posizioni espresse sulla Siria dalle principali potenze mondiali in seno al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Non tenerne conto significherebbe mettere a repentaglio la pace nel mondo”.

Articolo 21 «ci sarà alla giornata per la pace indetta da papa Francesco contro le guerre, i massacri, le torture, l'uso delle armi chimiche da parte di Assad, per la ripresa dell'iniziativa internazionale». Lo annuncia in una nota il portavoce dell'associazione Giuseppe Giulietti. «Ci auguriamo che questo appello possa essere condiviso da chi non crede, da chi crede in altre confessioni – sottolinea Giulietti in una nota – e chi non vuole pregare, potrà aderire al digiuno, oppure promuovere iniziative di condivisione ovunque sarà possibile. Siamo sicuri che tutti i media, e il servizio pubblico in particolare, vorranno non solo dare risalto alla iniziativa, ma anche promuovere appuntamenti speciali per consentire alla pubblica opinione di asserenti informata sulla complessa e drammatica situazione della Siria e non solo».

Adesioni arriva anche dal mondo politico. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, intende aderire all'appello del Papa per un digiuno a sostegno di una soluzione pacifica per il conflitto siriano. «È probabile», ha risposto la titolare della Farnesina ai giornalisti che le chiedevano se avrebbe partecipato al digiuno indetto dal Pontefice per sabato prossimo, pur precisando che non si unirà nella preghiera in quanto “laica”. Con lei anche il ministro della difesa Mario Mauro. Di poco fa il Comunicato della Cisl in cui, “ La Segreteria confederale della CISL invita le lavoratrici e le pensionate, i lavoratori e i pensionati a partecipare alla “giornata planetaria di preghiera e digiuno per la pace in Siria”che Papa Francesco ha indetto per sabato 7 settembre, invitando all’unità credenti di ogni religione e non credenti".

E ogni minuto si aggiungono adesioni convinte da decine di organizzazioni della società civile di cui daremo conto.
 

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