Filantropia

La solidarietà circolare? Sì, è possibile

A Padova prende il via un progetto di sostegno alle famiglie basato sulla circolarità della solidarietà. «Oggi aiutiamo chi si trova in difficoltà, domani chi ha ricevuto potrà a sua volta dare il proprio contributo. È un modo concreto per rafforzare la nostra comunità e creare legami solidali duraturi», spiega Fabio Salviato, presidente della Fondazione Etisos, promotrice dell’iniziativa

di Rossana Certini

La solidarietà non si esaurisce nell’assistenza ma può essere circolare diventando un ciclo che si rinnova dove chi è stato aiutato restituisce per sostenere chi avrà bisogno in futuro. Da questo presupposto prende il via il progetto Solidarietà Circolare promosso da Fondazione Etiso con il patrocinio del comune di Padova e il coinvolgimento delle associazioni e delle realtà del terzo settore del territorio. «Il restituire quanto si è ricevuto», spiega Fabio Salviato, presidente della Fondazione Etisos, «è un concetto radicato nella tradizione filantropica anglosassone. Da noi, invece, prevale ancora una cultura assistenzialista. C’è chi dona e chi riceve, senza che si crei un legame di reciprocità».

Il progetto Solidarietà Circolare prevede l’erogazione di piccoli contributi economici per affrontare spese urgenti e impreviste come quelle mediche, scolastiche o condominiali che un bilancio familiare in difficoltà non riesce a sostenere. Chi oggi riceve un aiuto potrà, in futuro, su base volontaria e secondo le proprie possibilità, restituire quanto ricevuto, contribuendo così a sostenere altre persone in situazioni simili. «Con questo progetto», prosegue Salviato, «vogliamo attivare un modello di solidarietà che sia davvero circolare, capace di rigenerarsi nel tempo».

Un fondo che si autoalimenta

Sulla base di calcoli statistici e dell’analisi di esperienze analoghe — come i fondi di solidarietà comunali o i progetti di welfare generativo promossi da realtà come Caritas o la Fondazione Comunità Valdesesi osserva che tra il 10% e il 25% dei beneficiari restituisce, in parte o totalmente, quanto ricevuto, generalmente entro i 12 e i 24 mesi. Partendo da questi dati, Etisos stima che, per le caratteristiche del progetto di Padova, sia possibile ipotizzare un tasso di restituzione del 50%, in questo modo un fondo iniziale di 10 mila euro potrebbe generare, già nel primo anno, un reintegro di circa 5 mila euro, alimentando così un circuito virtuoso di sostegno. Intanto sul sito della Fondazione Etisos è attivo uno spazio dedicato alla campagna di raccolta fondi, che in pochi giorni ha già raggiunto 5 mila euro sui 10 mila necessari per sostenere le prime 40 famiglie.

Fabio Salviato, presidente della Fondazione Etisos (Foto Etisos)

«Contiamo, a regime, di poter aiutare centinaia di nuclei familiari, considerando che il contributo previsto andrà dai 200 ai 300 euro per ogni persona o famiglia che ne farà richiesta», spiega Salviato e aggiunge: «naturalmente ci aspettiamo che il fondo venga sostenuto anche da chi non ha bisogno di aiuto e non lo richiederà mai, ma vorrà comunque contribuire al progetto per senso di responsabilità e solidarietà».

Un aspetto importante del progetto è che il contributo non sarà erogato in denaro. Le famiglie, individuate grazie alla rete di associazioni del territorio — non necessariamente già seguite dai servizi sociali comunali — presenteranno una richiesta alla Fondazione sotto forma di progetto. In caso di approvazione, saranno gli operatori di Etisos a effettuare direttamente il pagamento o l’acquisto necessario, garantendo così tracciabilità e correttezza nell’utilizzo dei fondi.

Restituire per moltiplicare l’impatto

Il progetto Solidarietà Circolare si rivolge a famiglie che, pur disponendo di un reddito, magari anche stabile, si trovano in difficoltà nel far fronte a spese impreviste che, pur non riguardando beni di prima necessità, hanno un impatto significativo sulla vita quotidiana. Si tratta, ad esempio, di famiglie numerose che a settembre devono acquistare libri scolastici per più figli, di chi ha bisogno di un intervento chirurgico importante oppure di chi si trova ad affrontare spese condominiali straordinarie e inattese.

«Nel momento in cui riceveranno il contributo, le famiglie saranno invitate, in uno spirito di solidarietà, a restituire quanto ricevuto, secondo le proprie possibilità e con i tempi che saranno in grado di sostenere», spiega Salviato. E conclude: «Con questo progetto vogliamo costruire un circuito virtuoso di aiuto reciproco e prossimità. Oggi sosteniamo chi è in difficoltà, domani chi ha ricevuto potrà contribuire a sua volta. È un modo concreto per rafforzare la nostra comunità e creare legami di solidarietà duraturi. Ma è anche un modo epr dare pari dignità al donatore e al ricevente che diventa donatore a sua volta».

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Foto di apertura di Patricia Prudente su Unsplash

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