Welfare

La storia di Laura. A 13 anni venne in Italia per amore, ma poi…

La triste vicenda di una delle tante ragazze straniere che una volta in Italia sono costrette a prostituirsi.

di Ornella Favero

La storia di Laura è stata raccolta nel carcere della Giudecca da Sandra e Gena, due detenute che hanno pensato di fare una piccola cosa utile: raccontare la realtà che sta dietro a tanti progetti di vita di donne straniere che se ne vanno, giovanissime, dal loro Paese e che dell?Italia finiscono per conoscere solo il carcere.
Ornella Favero (ornif@iol.it)

A 13 anni, al mio paese, ho conosciuto LUI. LUI che ha 10 anni più di me, ed era bello, ricco e forte. Io pensavo di essere stata baciata dalla fortuna solo per averlo conosciuto, e dopo che lui si era dichiarato innamorato, mi sentivo non una principessa, ma una regina. Vivevo per lui, nella mia mente c?era solo lui. Solo ora, a distanza di tempo, il ricordo di quei momenti mi fa paura. Praticamente mi sentivo totalmente dipendente e pensavo di morire senza di lui. A 14 anni mi sono sposata e sono andata a vivere a casa sua. E il sogno continuava. Ma ben presto, dopo pochi mesi, lui mi ha proposto di venire in Italia per fare un giro. Una notte partiamo, io, lui, un suo amico e la moglie del suo amico, saliamo su un gommone con molte altre persone a bordo. Arrivata in Italia scopro che lui aveva già preso una casa in affitto per noi quattro. Dopo qualche giorno ho notato qualcosa di strano nel suo comportamento con me, e ho cominciato a parlare di questo con la moglie del suo amico. Ed è stato allora che lei mi ha spiegato brutalmente che se io ero in Italia era solo per lavorare come prostituta, e che lei mi doveva insegnare il mestiere. Dopo due o tre mesi, lei ha iniziato a darmi queste ?lezioni?. Vivevo un incubo e speravo sempre: domani sarà diverso. Ma una sera quella donna mi disse che dovevo cominciare a lavorare. ERO TERRORIZZATA. Mio marito, senza parlare, ci ha accompagnate in auto sul posto. Siamo scese, lui è andato via e io ho cominciato. Ricordo ancora i primi clienti che si fermavano, mi guardavano, vedevano che ero bambina e nonostante le insistenze dell?amica di mio marito andavano via, dicendo che in Italia si va in galera per questo. Poi è arrivato il primo che ha accettato. Così è iniziato il mio calvario. Dopo una settimana mi hanno lasciata da sola in strada. Lui mi accompagnava, mi lasciava, continuava a girare sempre attorno, poi mi riaccompagnava a casa e mi chiedeva i soldi, che erano, di solito, circa un milione di lire. Poi cominciò a pretendere sempre più soldi e se si accorgeva che un cliente veniva da me per più di due o tre volte, mi picchiava. è successo anche che mi ha spezzato un dito e sono andata in ospedale. Non potevo chiedere aiuto alla mia famiglia perché lui mi minacciava, ho tentato di scappare ma lui mi ha ripreso e dopo è stato peggio. Sembra assurdo dire una cosa del genere, ma il mio arresto è stato anche l?inizio della liberazione da questo inferno.

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.