Mondo
La svolta local di ActionAid Italia
Marco De Ponte presenta il nuovo piano di sviluppo: «D'ora in poi molte risorse resteranno qui»
di Redazione

Considerato che deriva da un percorso condiviso per oltre un anno, il titolo della nuova strategia nazionale di ActionAid, “Italia, sveglia!”, ha decisamente sapore profetico. Dopo la grande partecipazione elettorale e referendaria sembra parlare a un Paese che cerca davvero il risveglio. «Anche se non potevamo immaginare tutto questo», ammette il segretario generale, Marco De Ponte, «abbiamo scritto un programma che fotografa una fase di trasformazione». Da quando si è affacciata in Italia, oltre vent’anni fa, ActionAid si è progressivamente affrancata dall’etichetta di “organizzazione inglese” e “multinazionale della solidarietà”.
Conta nel nostro Paese circa 150mila donatori regolari e rappresenta uno dei membri più influenti – sia per capacità di contribuzione economica sia per competenze strategiche e di mobilitazione – della federazione internazionale.
La svolta si legge nelle righe del nuovo programma quinquennale 2012-2017, che Vita ha potuto consultare in anteprima.
Dove porta questa nuova rotta?
Non possiamo più fare credibilmente il nostro lavoro seguendo la vecchia logica della raccolta fondi al Nord e degli aiuti al Sud del mondo. Prima di tutto per ragioni tattiche: si sta sviluppando un ceto medio mondiale, che rappresenta un potenziale donatore, in Svezia come in India. Poi perché i problemi sociali, politici ed ecologici si sono globalizzati. Le sacche di povertà esistono a Catanzaro come nella periferia di Rio de Janeiro. Se ieri mobilitavamo le persone sulla base degli ideali, oggi le dobbiamo mobilitare sulla base dell’identità. Gli italiani vivono le stesse dinamiche di esclusione di altri Paesi nel mondo. Le disparità nell’accesso alle scelte che riguardano le nostre vite ci riguardano sempre di più, come si allarga la forbice tra ricchi e poveri. È di questo che ActionAid vuole parlare favorendo una mobilitazione delle comunità locali in Italia come negli altri Paesi.
Come vorreste essere percepiti?
Di certo vorremmo continuare, ed accentuare, il percorso che ci permette di essere riconoscibili non più e non solo come organizzazione di cooperazione internazionale, ma anche come associazione che si impegna per un cambiamento sociale anche nel nostro Paese e che contribuisce pienamente alla sua vita democratica.
Come sarà ActionAid Italia tra sei anni?
Un’organizzazione che si è radicata fortemente nelle comunità locali. Che è presente proprio là dove le persone vivono la loro vita. Che ha saputo ascoltare, informare e poi mobilitare i cittadini per combattere la povertà e l’esclusione sociale dentro e fuori i nostri confini. Intendiamo raggiungere la quota di 200mila donatori regolari e sviluppare un centinaio di gruppi locali capaci di almeno tre azioni di mobilitazione l’anno. Intendiamo dedicare quasi 4 milioni di euro l’anno alle attività in Italia, di cui 1,8 milioni a livello locale.
Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?
Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it