Sostenibilità

L’Africa: due gradi in meno non bastano

«Lotteremo per la nostra sopravvivenza, per un accordo vincolante»

di Redazione

“L’Africa semplicemente non ha tecnologia, soldi e capacita’ di affrontare i cambiamenti climatici. Siamo qui e lotteremo per avere un accordo vincolante, lotteremo per la nostra vita. E il tetto dei due gradi non bastera’ all’Africa per salvarsi dai peggiori effetti del riscaldamento globale”. Il Gruppo dei Paesi Africani, incontrando la stampa a Copenhagen in questo quinto giorno di lavori della COP15, ha reso noto con i negozatori di Kenya, Nigeria, Senegal e Algeria di aver appena ricevuto dai due chair dei gruppi di lavoro sul Protocollo di Kyoto (KP) e su Mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici (LCA) le bozze di testo in discussione. ”E’ questo il livello di trasparenza di cui abbiamo bisogno d’ora in avanti – ha sottolineato il negoziatore algerino, coordinatore del Gruppo Africano – per lavorare efficaemente perche’ fino ad oggi non c’e’ stato”.

I Paesi sviluppati, secondo il Gruppo Africano ”hanno presentato in questi giorni all’esterno molti elementi filosofici, ma all’interno non hanno fatto seguito elementi concreti. Abbiamo la necessita’ di conoscere i numeri del loro impegno – hanno richiamato i negoziatori africani – perche’ ci risulta che stiano facendo molti passi indietro in concreto rispetto agli obiettivi concordati a Bali”. Non c’e’ tempo, pero’, per l’Africa, di aspettare i risultati di questi calcoli: ”E’ come vivere in una casa di due piani invasa dall’inondazione – ha concluso il negoziatore della Nigeria.

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