Welfare
Lampedusa, isola dei diritti umani
In corso l primo campeggio internazionale di Amnesty Internationale con attivisti di 20 diverse nazionalità. Richiesta numero uno all'Italia: mettere da parte gli accordi con la Libia in materia di immigrazione. La diretta online
di Redazione

«Lampedusa è diventata il simbolo di come i paesi europei e l'Unione europea affrontano l'immigrazione in Europa. È' proprio da qui che Amnesty International trasmette i propri messaggi di solidarieà e di rispetto per i diritti umani di migranti, richiedenti asilo e rifugiati». Parola di Carlotta Sami, direttrice generale di Amnesty International Italia a margine del primo campeggio internazionale per i diritti umani promosso da Amnesty International a Lampedusa, dedicato al tema dell'immigrazione e delle violazioni dei diritti umani alle frontiere dell'Europa. Sino al 21 luglio, circa 75 attivisti e simpatizzanti di Amnesty International provenienti dall'Italia e da altri paesi e sezioni dell'organizzazione in rappresentanza di circa 20 diverse nazionalità, avranno modo di confrontarsi tra loro, impegnarsi in attività di formazione e mobilitazione, incontrare la popolazione e le associazioni locali.
Il programma dell'edizione 2012 si articola in incontri, dibattiti, laboratori di approfondimento e di formazione, gestiti e realizzati da esperti di diritti umani, di comunicazione, di attivismo in Italia. È possibile seguire i lavori in diretta sul web o tramite twitter con l'hashtag #SOSeurope
Primo punto nell'agenda degli attivisti: gli accordi dell'Italia con la Libia in materia di immigrazione, che Amnesty chiede che vengano messi da parte, perché non "contengono alcuna salvaguardia concreta per i diritti umani né meccanismi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati".
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.