Mondo
Lampedusa, nuovo appello di Save the Children
Anche bambini molto piccoli sul barcone arrivato questa notte con 25 morti
di Redazione
«Ci sono bambini anche molto piccoli, di pochi mesi e molte donne e nuclei familiari fra i migranti sbarcati questa notte. Abbiamo avuto modo di avere dei primi colloqui e l’impressione è di persone molto provate e scioccate da quanto accaduto, perchè tra i morti c’erano amici e conoscenti. Oltre ai bambini piccoli ci sono anche dei 10 adolescenti non accompagnati con cui avremo modo di parlare più a lungo nelle prossime ore». È quanto afferma Tareke Brhane, mediatore culturale di Save the Children a Lampedusa, che stamattina ha visto e incontrato alcuni dei minori e nuclei familiari giunti nella notte con un barcone salpato dalla Libia e a bordo del quale sono stati ritrovati i cadaveri di 25 migranti.
«Adesso è importante che possano riposare – sottolinea Brhane – e avere un minimo di ristoro dopo un viaggio così terribile in cui hanno visto morire delle persone e dopo essersi lasciati alle spalle un paese in guerra. Alcuni dei migranti ci hanno raccontato che i bombardamenti rendono sempre più difficile rimanere in Libia ma anche partire e raggiungere i porti».
«Ormai sono mesi che si susseguono gli arrivi di profughi dalla Libia a Lampedusa. Persone e bambini che affrontano viaggi drammatici e rischiosissimi. Non possiamo continuare ad assistere a tragedie del mare come quella di questa notte», spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the Children in Italia.
Save the Children rinnova l’appello ad aprire urgentemente corridoi umanitari in Libia e a mettere al primo posto delle scelte dei governi la tutela della popolazione civile, a partire dai bambini. Molti profughi provenienti dalla Libia, originari dei Paesi del Corno d’Africa, oggi sono ai confini in Tunisia, nei campi di accoglienza dove anche Save the Children è presente a tutela dei minori.
«Per evitare che si consumino altri drammi del mare – conclude Neri – chiediamo che venga studiata la possibilità di operare un immediato trasferimento in Europa ed in Italia dei profughi che già nei campi di accoglienza sono riconosciuti meritevoli di protezione internazionale, secondo un piano di resettlement concordato con le comunità locali, dando priorità ai minori soli, alle donne con bambini e agli altri soggetti vulnerabili. Evitiamo, almeno per loro, altri viaggi e altre morti».
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