Non profit

L’appello degli emofilici: recepire la carta europea

Un'inchiesta della Fedemo ha evidenziato le lacune del sistema sanitario nel campo del trattamento della malattia

di Redazione

 

Un’inchiesta della Fedemo ha evidenziato come solo il 64% degli emofilici gravi di tipo A e il 54% di quelli di tipo B usufruiscano della profilassi. Inoltre il 60% dei malati lamenta la mancanza di un centro di riferimento vicino alla città di residenza e un paziente su cinque ne ha uno a 100 chilometri di distanza.

«Solo 11 regioni hanno una legge per il trattamento domiciliare dell’emofilia», spiega Calizzani, «una lacuna grave perchè la profilassi è un pilastro del trattamento dell’emofilia e delle malattie emorragiche congenite, imprescindibile nella cura dell’emofilia, soprattutto per i bambini e per gli adulti per quanto riguarda la profilassi secondaria».

Sull’importanza della profilassi concorda anche Massimo Morfini, del Centro regionale di riferimento coagulopatie dell’azienda ospedaliera Careggi di Firenze: «La profilassi iniziata in età precoce, ovvero già a 10-12 mesi, può cambiare il corso della malattia, può evitare le fasi acute, dare minori stimoli immunologici».

 

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.