Welfare
lavori di cura, apre l’accademia
assistenza Un progetto Gruppo Cgm - università Bicocca
di Redazione
La cosa più difficile, forse, è guardare negli occhi il dolore. Sarà per questo che talvolta gli operatori si rifugiano in una professionalità che è distacco difensivo e talvolta sconfina nell’apatia? Eppure nella competenza tecnica dovrebbe starci anche la capacità del farsi carico, nel senso ampio, e la consapevolezza che valori e stile della relazione possono avere un grande peso specifico e offrire un notevole valore aggiunto.
Sono questi i presupposti dell’Accademia della cura, nata per volontà del consorzio Comunità solidali del Gruppo Cgm, dell’università Milano Bicocca e della Fondazione Talenti. «Abbiamo constatato che gli operatori sono consapevoli dell’importanza dei valori e della motivazione nel lavoro di cura: alcuni momenti formativi in questo senso, pur episodici, hanno riscosso notevole successo e ci hanno indotto a strutturare un’accademia che affronti in modo sistematico e continuativo questi temi», spiega Grazia Fioretti, amministratore delegato di Comunità solidali. E la prima iniziativa dell’Accademia è un corso annuale (prenderà il via il 21 aprile e si svolgerà in diverse città) destinato ad operatori di servizi, sulle Dimensioni della cura: relazioni, economia, comunità, un titolo che indica l’approccio complessivo che questa nuova realtà intende darsi. Come spiega Luigino Bruni, docente alla Bicocca e coordinatore scientifico: «L’Accademia vuole promuovere una riflessione culturale e scientifica attorno alla cura, intende mettere la persona al centro e valorizzare la relazione come metodo di lavoro. Il primo modulo, che curerò io presso la sede della Bicocca, riguarderà appunto la relazione vista come elemento essenziale, come sfida e primo passo verso la cura. In generale comunque intendiamo privilegiare una dimensione antropologica complessa e interdisciplinare, che mette insieme economia, sociologia, filosofia, teologia, medicina». Aggiunge Bruni: «Del resto questa prima iniziativa, che comunque dura un anno, è anche una palestra. Vogliamo capire se l’approccio che sosteniamo piace ed è condiviso. L’idea è in ogni caso mettere le basi per un progetto di ampio respiro».
Fra i docenti, esperti della cooperazione sociale come Johnny Dotti, presidente del Gruppo Cgm; Michele De Beni, pedagogista dell’università di Trento; Ivo Lizzola, che a Bergamo insegna Scienze della formazione; don Andrea Manto, dell’università Lateranense e dell’Ufficio Pastorale della sanità della Cei; l’economista Vittorio Pellagra.
«Il corso si rivolge alle persone che lavorano nei servizi di cura, in particolare nella cooperazione sociale» conclude Grazia Fioretti. «Contiamo di diventare un riferimento per tutto il mondo del non profit che si occupa di cura. È nostra intenzione, infatti, offrire, accanto a iniziative formative come questa, convegni e pubblicazioni».
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