Welfare
Lavoro, Bertinotti: stop a fabbriche ridotte a inferni
Il presidente della Camera all'ottava edizione dei premi nobel per la pace a Roma
di Redazione
“Il nostro obiettivo e’ sradicare ogni forma di violenza nel mondo, e continuare a mobilitarci per la pace. C’e’ bisogno di un’opinione pubblica mondiale, perche’ quelle nazionali non bastano piu'”. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti interviene all’ottava edizione del Summit dei Premi Nobel per la Pace, promossa dalla fondazione Gorbachev e dal Comune di Roma. Nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio sono stati appena premiati per il loro impegno in Darfur gli attori americani George Clooney e Don Cheadle. Il presidente dell’assemblea di Montecitorio considera “indifferibile l’esigenza di costruire un’opinione mondiale per poter contrastare la violenza, quella che avviene lontano da noi e quella che accade vicino a noi”. Bertinotti ricorda il caso Reggiani e i tragici fatti di Torino dove hanno perso la vita 4 operai nel rogo delle acciaierie Thyssen Krupp. “E’ un’espressione di guerra anche quella che colpisce una donna inerme la sera in una strada di Roma mentre ritorna a casa. Ed e’ una manifestazione di guerra anche quella che trasforma in infermo una fabbrica dove ci sono degli operai che con il loro lavoro esprimono il proprio impegno sociale per guadagnarsi una possibilita’ di sopravvivenza alle loro famiglie”. “Questa fabbrica di operai -sottolinea Bertinotti- che e’ stata trasformata in un inferno che ha portato alla morte delle persone come noi. Ecco, tutte queste forme di violenza possono essere vinte solo se ci impegniamo non solo a livello nazionale e internazionale”.