Inclusione lavorativa
Lavoro e autismo: binomio possibile
A volte basta un ambiente sensibile ai bisogni della persona - insieme ad alcuni accorgimenti - per rendere effettivo il diritto al lavoro, anche per chi è nello spettro autistico. Lo dimostra la storia di Marco De Angelis, persona autistica che grazie a Specialisterne ora è impiegato in una grande azienda

Poter accedere al mondo del lavoro è un diritto. Eppure ci sono tante persone che fanno fatica a entrarci, a causa di alcune barriere, invisibili per la maggioranza. Per chi è nello spettro autistico e ha una ipersensibilità agli stimoli sensoriali, per esempio, le luci al neon degli uffici possono risultare insostenibili per una giornata intera. Così come il rumore di una stanza affollata o la metropolitana nelle ore di punta. A volte piccoli accorgimenti – che spesso costano poco o nulla all’azienda – per qualcuno possono fare la differenza e dare la possibilità di lavorare al meglio. Per questo la sensibilizzazione è importantissima: lo dimostrano le storie come quella di Marco De Angelis, persona nello spettro autistico che oggi lavora in Avanade, fornitore leader di servizi cloud e di consulenza nell’ecosistema Microsoft.
Com’è cominciata la sua esperienza lavorativa?
All’inizio facevo il grafico pubblicitario, poi grazie a una formazione di Specialisterne (azienda che si occupa di inclusione lavorativa per le persone autistiche, nata in Danimarca 20 anni fa e ora presente in 25 Paesi, tra cui l’Italia, ndr), ho ampliato le mie conoscenze nel campo delle Information technologies e ho avuto l’opportunità impegnarmi in progetti importanti. Oggi lavoro in Avanade.
Qual è la sua mansione oggi?
Ricopro il ruolo di scheduler data quality analist; le mie principali responsabilità includono la pianificazione delle risorse su diversi progetti e l’analisi dei dati relativi allo scheduling e il monitoraggio della coerenza delle informazioni. In pratica ci occupiamo di inserire persone che già lavorano in Avanade in progetti più grandi a seconda delle loro abilità.
Quali sono gli accomodamenti che rendono migliore la sua esperienza sul lavoro?
Il lavoro da remoto è l’accomodamento principale, che mi aiuta tantissimo, sia per quanto riguarda i ritmi sia per quanto riguarda l’ambiente. Non mi piace stare in una situazione in cui ci possono essere luci fastidiose o rumori improvvisi. Poi, in generale, trovo fondamentale lavorare in un contesto organizzato, dove ci siano delle procedure chiare, strumenti digitali strutturati.
Le capita mai di andare in ufficio?
Fortunatamente no, non ci sono più andato dopo il Covid.
Quali erano le difficoltà quando invece ci andava?
Innanzitutto vivevo a Milano: dovevo prendere i mezzi, con tutta la confusione della mattina, le persone, i rumori. Credo fosse questa la cosa più stressante.
Pur lavorando da casa, ha rapporti con i colleghi?
Lavoro in team, ci sentiamo giornalmente. Ho trovato un ambiente abbastanza collaborativo e aperto al dialogo. Tutti i colleghi si sono sempre dimostrati comprensivi e disponibili, anche per quanto riguarda la comunicazione e il supporto alla gestione delle attività. All’interno del mio team c’è una persona di riferimento che quando ci sono situazioni un po’ caotiche con tanti task da gestire e consegne poco chiare, mi traduce quello che devo fare o mi supporta maggiormente.
Di che cosa avrebbe bisogno per migliorare la sua esperienza lavorativa?
Lo scheduling è un ambito lavorativo molto dinamico, che ha richiesto parecchio adattamento da parte mia. Nel prossimo futuro cambierò ambito e farò dei lavori un po’ più strutturati, per cui penso che andrà meglio. Mi aiuterebbe un supporto più strutturato, con definizioni di priorità assieme a un sistema di feedback continuo.
Che ruolo ha avuto e ha Specialisterne nella sua esperienza lavorativa?
Ho fatto la loro formazione, senza cui non avrei potuto conoscere grandi aziende. Poi c’è il supporto continuo, con la comunicazione costante tra il mio tutor, la mia coach Sara Del Pinto e il team; vengono anche affrontati temi legati all’autismo e alla neurodivergenza. Secondo me è molto importante: senza la sensibilizzazione sugli argomenti legati allo spettro autistico, probabilmente ci sarebbe molta meno attenzione verso i miei bisogni.
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Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it