Welfare
LAVORO. Unci: «utili d’impresa agli operai, ci piace»
Grande soddisfazione delle cooperative italiane a seguito della riunione presso il Ministero del Welfare
di Redazione
«Valutiamo positivamente la proposta del Governo sulla partecipazione agli utili delle imprese da parte dei lavoratori, e la volontà di raggiungere un Avviso comune sul tema». E’ quanto dichiara l’Unci (Unione Nazionale Cooperative Italiane) in una nota a seguito della riunione di questa mattina presso il Ministero del Welfare.
«Tale soddisfazione», prosegue l’Associazione, «si spiega alla luce del fatto che si tratta di un argomento strettamente legato al metodo e al modello cooperativistico, e che, da tempo, l’Associazione caparbiamente sosteneva. Generalmente, pur se posti su fronti opposti, datori e lavoratori costituiscono le facce della medesima medaglia. Nel sistema delle imprese cooperative queste due figure coincidono nel socio-coimprenditore. Un concetto patrimonio dell’Unci basato sulla contestualità della responsabilità tipica del datore di lavoro e dell’operatività del lavoratore: modo di intendere il rapporto tra capitale e lavoro non più conflittuale, ma partecipativo».
«Per questo l’Unci sostiene misure, come, da ultima, la partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa, che coinvolgono e responsabilizzano gli stessi nel processo produttivo. Nella cooperazione esiste, infatti, l’unica fattispecie lavoristica della nostra legislazione con tali caratteristiche: l’art. 3 della legge 142/2001, sul meccanismo del ristorno, offre un utile spunto dal quale attingere per interventi normativi sul tema. Tale meccanismo prevede che le retribuzioni dei soci-lavoratori di cooperativa possano essere composte da una parte fissa ed una variabile in riferimento ai risultati ottenuti, sotto forma di aumento del capitale, distribuzione dei titoli ed integrazioni delle retribuzioni. Dispositivo, quest’ultimo, reso strutturale dall’Unci nella propria piattaforma contrattuale, in quanto meccanismo premiale, che permette ai soci-coimprenditori di riappropriarsi di quel valore prodotto, a 360 gradi all’interno della cooperativa. Una forma di riconoscimento, dunque, calcolata in proporzione al grado di partecipazione ai processi produttivi, alla gestione economica e alla definizione delle linee strategiche della cooperativa, che anticipa il fenomeno della partecipazione agli utili d’impresa dei lavoratori».
«Per tali motivi», conclude l’Unci nella nota, «la cooperazione può offrire un contributo di best practice legislativa ed operativa: una base da cui partire per la predisposizione di un Avviso comune, teso alla reciproca soddisfazione del binomio datore/lavoratore».
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.