Famiglia

Le bambine della Cambogia

Tre domande a/ Somaly Mam, vincitrice del premio Principe delle Asturie per il suo impegno nel combattere lo sfruttamento delle bambine

di Sara De Carli

Ha passato la sua adolescenza in un bordello, in Cambogia. È riuscita a liberarsi e ha creato nel 1997 la Afesi, per combattere lo sfruttamento delle bambine. Il suo impegno le è valso il premio Principe delle Asturie e molte minacce. In libreria la sua autobiografia, Il silenzio dell?innocenza.

Dice che i giornalisti le fanno sempre domande sul suo passato. Questo libro, allora?
Così forse i giornalisti smetteranno di farmi quelle domande. D?altronde non avrebbe senso fare ciò che faccio senza dichiarare che la storia di queste bambine è stata anche la mia: io le capisco, riesco a lavorare bene proprio perché ci sono passata.

In questi dieci anni come è cambiata la situazione?
Abbiamo salvato tremila donne, facendo arrestare anche turisti italiani. Il governo comincia ad aiutarci, anche economicamente, e c?è più attenzione al problema. La cosa peggiore è la corruzione: i turisti stranieri arrestati escono subito, pagando.

Un libro che le è caro?
Mai senza mia figlia.

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