Non profit

Le buone pratiche del pharma in una App

Roche tecnologia protagonista del bilancio di sostenibilità 2010

di Redazione

Il nostro carattere distintivo è l’innovazione? E allora abbiamo voluto innovare anche qui, andando al di là della formula consueta del bilancio sociale. Per raccontare il nostro 2010 abbiamo realizzato un bilancio di sostenibilità – altra parola che, come innovazione, ci fa da guida – e l’abbiamo fatto traducendolo in una app multimediale, per tablet e smarthphone». Non sta parlando un guru della Silicon Valley, ma Dario Francolino, Head of Communications di Roche spa, convinto della necessità di scommettere su nuovi strumenti di comunicazione. «Roche è da tre anni azienda leader nel Dow Jones Sustainability Index, cioè siamo l’azienda farmaceutica più “sostenibile” al mondo. È più che un dovere continuare su questa strada, ma è anche un dovere rendicontare i nostri stakeholder su quello che facciamo, sul come lo facciamo e sul perché lo facciamo». Il “cosa” e il “come” riconducono ai temi chiave, che emergono dal bilancio di sostenibilità, della personalized care e della target therapy. Ovvero, «stiamo lavorando per portare a cluster, a categorie sempre più mirate di pazienti, le terapie adatte per la malattia dovuta a “quella” determinata mutazione genetica. Facendo operare in sinergia ? e siamo i primi a farlo ? farmaceutica e diagnostica. Questo significa dare un contributo enorme anche in termini di sostenibilità della cura, dal punto di vista dell’impatto di costi sul sistema sanitario: portiamo la terapia giusta a chi ne ha esattamente bisogno. È chiaro che questa specificità comporta un prezzo unitario del farmaco più alto. Però, se riesco a far stare bene più a lungo un malato per esempio di cancro, questa cosa la metto nella colonna dei costi o dei benefici?». Un percorso dove i risvolti etici sono intrinseci alle regole del business. E infatti, accanto allo sviluppo industriale, da almeno vent’anni Roche in Italia sviluppa un rapporto sempre più stretto sia con i pazienti che con il mondo del non profit, e cioè con le associazioni di pazienti. «La nostra mission è avere il paziente al centro», sottolinea Francolino, ripetendo quello che è un vero e proprio mantra aziendale, «perché vogliamo fare davvero la differenza nella vita dei pazienti. E il “come farlo” lo impariamo ogni giorno proprio dai pazienti stessi, e dalle tante associazioni dei pazienti con cui collaboriamo. EpaC, Anmar, l’associazione Salute Donna, e tantissime altre, persone che vengono in azienda, ci parlano delle problematiche dei pazienti, delle loro famiglie… Noi da loro impariamo tutti i giorni, e cerchiamo di far sì che anche i nostri colleghi che lavorano nelle aree del marketing, o del business, entrino in contatto con queste persone, perché tutti i nostri staff, a tutti i livelli, e le nostre strategie, siano orientati al paziente».

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