«Qui ci stiamo giocando una fetta decisiva del nostro impegno in Africa». Nel riassumere le convinzioni della delegazione del Partito democratico europeo, capitanata da Francesco Rutelli e appena rientrata da una visita ufficiale in Sudan, Lapo Pistelli, responsabile esteri della Margherita, non ha dubbi. La comunità internazionale deve fare di più per la crisi in Darfur.
Vita: Che situazione umanitaria ha trovato?
Lapo Pistelli: Sebbene nei campi visitati la macchina organizzativa degli aiuti cominci a funzionare, le condizioni umane in Darfur sono minime. Ci sono due problemi: la fase più acuta della guerra è terminata, ma la gente continua ad affluire nei campi. In quello di Kalma giungono 600 persone al giorno. Programmato per accogliere al massimo 40mila sfollati, oggi ne accoglie 130mila. Qui ong e agenzie Onu prevedono che le persone coinvolte nel conflitto saliranno a 3,5 milioni. La comunità internazionale deve agire.
Vita: Nel concreto che cosa significa?
Pistelli: Gli aiuti che la comunità internazionale decide di spedire oggi impiegano due mesi per arrivare a Port Sudan, e altri due in Darfur. Ogni decisione rinviata pregiudica la vita di centinaia di migliaia di persone.
Vita: Quali altre iniziative servono?
Pistelli: A fianco alla macchina umanitaria, deve ripartire quella politica, l?unica che può rendere sicure le zone da cui la gente scappa. In caso contrario, i campi rischiano di diventare una calamita permanente per persone che non sono colpite dalla guerra, ma vanno lì perché nei campi si riproduce la logica d?interazione sociale del villaggio. Un fenomeno che verrà alimentato dal fatto che nessuno tornerà volentieri nei villaggi fino a quando non avrà la certezza che i propri persecutori saranno stati in qualche modo puniti. La responsabilità della guerra è un capitolo fondamentale di questa crisi. Ciò che accadrà in Sudan e in Darfur può diventare un caso esemplare dell?Africa che ci aspetta. Se il settore umanitario e il legame fra umanitario e politica funzioneranno, potranno essere un modello da replicare in altre crisi. In caso contrario, non c?è da essere ottimisti.
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