Non profit
Le famiglie lombarde non credono ai prestiti
Secondo i dati di una ricerca dell'Osservatorio regionale sull'esclusione sociale, in Lombardia i rischi d'insolvenza sono minori rispetto alla media nazionale
di Redazione
Le famiglie lombarde ricorrono meno ai prestiti rispetto alla media nazionale e sono meno esposte a rischi d’insolvenza. Lo dicono i dati della seconda edizione del flash report trimestrale diffuso oggi da Ores, l’Osservatorio regionale sull’esclusione sociale, insieme ad Assofin ed Experian. Ci sono meno casi di insolvenza, anche se quelli che ci sono, interessano somme di denaro più cospicue rispetto alla media italiana. «La situazione appare meno grave rispetto al resto del Paese», spiega Luca Presenti, direttore di Ores.
Nel secondo trimestre 2010 in Lombardia il ricorso ai prestiti per l’acquisto in modalità di credito al consumo appare, ancora una volta, meno diffuso rispetto alla media nazionale: si rileva, infatti, la presenza di 16,5 contratti ogni cento residenti, contro i 17,7 registrati in Italia, con un calo di 1,2 punti percentuali.
Tuttavia, anche se sono meno le famiglie lombarde insolventi, cioè in ritardo di pagamento da almeno sei mesi, rispetto al dato dell’intero Paese (4,2% contro 4,8%), quelle che lo sono risultano essere esposte per importi di denaro mediamente superiori ai valori registrati a livello nazionale (3.066 euro contro 2.799, un incremento del 9,5%). Dal primo al secondo trimestre 2010, l’aumento degli importi medi in ritardo di pagamento è stato marcato sia in Lombardia (+25%) sia nel resto del Paese (+21%): si tratta di incrementi di importi dovuti e non pagati quantificabili in circa 600-700 euro in soli tre mesi.