Non profit
Le mamme di mamme pronte ad allattare in tutta la Laguna
Il gruppo di doule attive a Venezia e a Mestre
di Redazione
È l’ultimo nato tra il gruppo delle doule in giro per l’Italia. Si chiama “La doula volante”. Ha una sede accogliente alla Gazzera, quartiere residenziale alla periferia di Mestre, un’atmosfera da melting pot, aromi mediorientali, una bambolina boliviana di donna incinta, thé alla menta. Sara Cavallaro, 41 anni, è una psicologa rigorosa ed allergica alle ortodossie, che scommette sulle relazioni umani più che sulle tecniche e i manuali. Ha una lunga esperienza di lavoro nel Centro Antiviolenza veneziano, nei progetti contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere nelle scuole. Ci accoglie soddisfatta: «Ho appena presentato il progetto “Mammalatte”, mi piacerebbe vedere in diversi luoghi della città angoli attrezzati per far allattare le mamme. Vorrei cominciare dai musei, a Venezia non può essere che così. Vorrei far invadere gli spazi pubblici dalle madri». Sorride. Un’associazione ad hoc, “Lune allegre” si occupa delle tante attività avviate, che si trasformano quasi sempre in happening. Ecco allora un corso di massaggio infantile ed incontri sul rapporto tra corpo e cibo per dimagrire prendendosi cura di sé.
Com’è nata l’idea di aprire un punto doula?
Un anno fa, in Argentina, una mia amica mi ha presentato un gruppo di doule di Rosario. Erano entusiaste, dicevano: «Col parto la donna mostra la sua forza, il suo potere e la sua creatività». Eccezionale ho pensato, un bel modo per dimostrare al mondo che le donne possono essere protagoniste della propria vita perché “sanno”. Quando sono rientrata in Italia, ho cercato altre doule, ho incontrato le donne di Pisa e ho seguito un corso.
Come siete organizzate?
A Mestre abbiamo iniziato in due, ma presto partiranno anche i corsi per formare nuove doule. Vogliamo coinvolgere altre donne, diffondere il più possibile anche qui questa figura. Mi piace l’idea di poter recuperare una storia, com’è stata quella relazione tutta al femminile e fuori dalla dimensione ospedalizzata della maternità.
Tuttavia, molte ostetriche vi osservano con perplessità…
Il fatto è che il loro ruolo è profondamente cambiato in un contesto così medicalizzato, la loro professionalità è davvero specifica. La doula ha una sua fisionomia, e può assumere un ruolo complementare. Non mi sembra che il loro ruolo sia minacciato, anzi la presenza di una doula amplia la sfera dei servizi, li avvicina persino fisicamente alle cosiddette “pazienti”.
Cosa affascina tanto in questa esperienza?
Credo il fatto di riconoscere un sapere che già si era certe di avere, ma che era rimasto assopito, nascosto, escluso. Molte donne hanno chiamato non solo per chiedere informazioni, ma anche per dirci di essere “felicemente sorprese”.
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