Non profit
Le mani dei Casalesi sull’azzardo
Oggi l' “Operazione Rischiatutto", 55 arrestati, 470 milioni sequestrati. Sale bingo e gioco d'azzardo sono finite nelle mani del clan camorristico dei Casalesi anche grazie ad un asse con la mafia e la 'ndrangheta per riciclare denaro. Come volevasi dinostrare
di Redazione

Una rete diffusa per gestire il gioco d'azzardo e importanti investimenti anche all'estero, in Romania e a Malta per acquisto e gestione dei server dedicati all’azzardo online. Così il gruppo Schiavone dei Casalesi aveva esteso i suoi interessi al gioco d'azzardo. Mente dell'organizzazione, Nicola Schiavone, figlio 34enne del boss Francesco detto Sandokan, uno dei 55 arrestati oggi nel corso della “Operazione Rischiatutto". Le misure cautelari sono 57, ma due esponenti dell'organizzazione sono sfuggiti alla cattura. Dei 55 arrestati, una donna, Lucia Mattu, 37enne di Aversa, si trova ai domiciliari. Beni per 470 milioni sono stati sequestrati, in particolare nel modenese, nel frusinate e in Campania. Si tratta di 347 immobili, 148 aziende, 247 conti bancari, 280 auto, tra le quali una Ferrari e quote societarie per oltre un milione di euro.
Sale bingo e gioco d'azzardo sono finite nelle mani del clan camorristico dei Casalesi anche grazie ad un asse con la mafia e la 'ndrangheta: è questo forse l'aspetto principale al centro dell’operazione condotta dal Ros dei Carabinieri di Napoli, la Squadra Mobile e il Nucleo di Polizia Tributaria di Frosinone e al Gruppo della Guardia di Finanza di Aversa.
Tra le varie accuse a carico degli arrestati figurano la partecipazione e il concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico, l'associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo dell'attività di gioco e scommese, l'illecita concorrenza con violenza e minacce, la truffa aggravata ai danni dello stato e altri reati molti dei quali aggravati dalle finalità mafiose. Tra le province "coperte" dal sodalizio criminale attivo soprattutto nel campo del gioco d'azzardo figurano Caserta, Napoli, Frosinone, Catania, Reggio Emilia e Modena. Proprio nella nostra provincia, per la precisione a Castelfranco Emilia, aveva preso sede una delle figure tratte in arresto stamattina: Antonio Noviello, 37 anni, originario di Casal di Principe, provincia di Caserta.
L’azzardo rappresenta ormai uno degli affari più redditizi della camorra campana – ovvero la gestione della distribuzione degli apparecchi da gioco delle sale bingo, della raccolta delle scommesse su eventi sportivi e non, e del gioco d'azzardo online – secondo quanto spiegato da inquirenti e da forze dell'ordine, entrano dunque a pieno titolo anche le altre organizzazioni della criminalità organizzata.
Ingentissimi gli investimenti che i clan, in questo settore, hanno fatto in tutta Italia per operazioni, quelle sul gioco d'azzardo, finalizzate a riciclare i soldi sporchi della criminalità organizzata. Realizzati, tra l'altro, collegamenti clandestini con siti per la gestione del gioco online i cui server erano fisicamente dislocati nella maggior parte dei casi in Romania, ma anche a Malta.
“L’importante operazione di polizia realizzata oggi contro il clan dei Casalesi”, afferma don Armando Zappolini a nome di “Mettiamoci in gioco” – la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo promossa da un folto gruppo di Associazioni – “testimonia, ancora una volta, la rilevante presenza delle mafie nel business del gioco d’azzardo. Sale bingo, slot machine e gioco on line sono oggi tra i principali strumenti utilizzati dalle associazioni mafiose per riciclare il denaro sporco e fare profitti.”
“Questo dato evidente e incontrovertibile”, conclude don Zappolini, “insieme agli ingenti costi sociali e sanitari che una diffusione incontrollata del gioco d’azzardo sta provocando nel nostro paese, richiede una rigorosa regolamentazione del settore che il Governo e il Parlamento devono varare quant
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