Mondo
Le rimesse non tornano più
Per la prima volta i trasferimenti monetari sono diminuiti
di Redazione

Nel 2008 il totale mondiale è stato di 433 miliardi di dollari. Che l’anno scorso, in base ai primi conteggi, sono calati
a 420. Con casi clamorosi. Come in Messico I morsi della crisi incominciano a farsi sentire anche sulle rimesse. Secondo la World Bank, nel 2008 l’ammontare mondiale dei trasferimenti dei migranti è stato di 433 miliardi di dollari. Cifra questa maggiore di 58,7 miliardi rispetto al 2007 (+ 14%), ma che segna un’inversione di tendenza: l’incremento fra il 2006 e il 2007 era stato infatti pari al 22,9%. Ma a preoccupare sono le stime per il 2009. Se sarà confermato che il gettito delle rimesse si sia attestato sui 420 miliardi di dollari, passeremo a un trend negativo. Qualche isola felice rimane: l’India, la Cina, le Filippine e la Polonia hanno incrementato le entrate, ma sono casi isolati.
Il continente africano riceve dai suoi 30 milioni di migranti qualcosa come 40 miliardi di dollari l’anno. Anche qui però la crisi si è fatta sentire e continua a farlo: si pensi, ad esempio, al Senegal, dove nel 2009, rispetto al 2008, si è registrata una diminuzione del flusso di rimesse di 40,3 miliardi di franchi senegalesi (XAF) corrispondenti a circa 81,7 milioni di dollari americani (nel 2008 le rimesse giunte in Senegal arrivarono a 754,4 miliardi di franchi senegalesi per scendere nel 2009 a 714,1).
I Paesi che hanno subìto gli effetti della crisi globale vedendo ridimensionare il flusso delle rimesse ricevute sono stati quelli in cui la componente migratoria si è diretta verso gli Stati Uniti, la Spagna, l’Italia e gli altri Paesi europei.
È per questo che l’America Latina è stata particolarmente colpita tanto che, secondo l’Ifad – Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo, le rimesse che nel 2008 hanno raggiunto questa area hanno subìto una contrazione tra il 10 e il 25%, con effetti devastanti soprattutto per la popolazione abitante nelle zone periferiche e rurali.
La disoccupazione venutasi a creare negli Stati Uniti a partire dal 2007, che ha interessato in particolare il settore delle costruzioni che vedeva impiegata soprattutto manodopera latino-americana, ha modificato le condizioni di vita dei migranti riducendo enormemente la propensione al risparmio e, conseguentemente, la disponibilità di effettuare le rimesse verso i propri Paesi di provenienza. Anzi, in taluni casi, come in Messico, si è registrata una vera e propria inversione di rotta: sono stati i familiari ad inviare i mezzi di sussistenza ai parenti emigrati. Ma il caso più lampante riguarda l’Ecuador dove il flusso di denaro delle rimesse, dopo aver oltrepassato i tre milioni di dollari nel 2007, ha iniziato una parabola discendente toccando i 2,8 milioni di dollari nel 2008 ed addirittura abbassandosi sotto la soglia dei 2,5 milioni del 2009.
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