Sono una parte importante della strategia dell’offerta formativa, in questo caso gestita direttamente dalle parte sociali: le risorse dei fondi interprofessionali (nel 2010, complessivamente circa 500 milioni di euro) contribuiranno a dare un’importante risposta alla crisi. Anche occupazionale. «Fon.Coop è un fondo medio-piccolo», spiega il direttore Francesco Agostino. «Quest’anno abbiamo stanziato 15 milioni di euro, per le grandi e per le piccole e medie imprese».
Nel 2009 Fon.Coop ha varato un piano straordinario di 20 milioni per contribuire a fronteggiare gli effetti della crisi. Sei milioni per le aziende in crisi e a favore di imprese con lavoratori in ammortizzatori sociali e in mobilità (è l’avviso 11: non ha scadenza, sarà aperto per tutto il 2010 e metterà fra breve a disposizione dei lavoratori in mobilità voucher formativi di 2.500 euro). Sono stati inoltre stanziati quasi 5,5 milioni per i piani formativi delle piccole e medie imprese; un conto formativo di 9 milioni di euro per le grandi aziende e un avviso di oltre 2 milioni per piani settoriali. Nel 2010 sono due le linee di finanziamento: l’avviso 12 (più di 5 milioni per piani formativi delle Pmi) e il conto formativo per le grandi aziende (oltre 9 milioni). A breve sarà lanciato un avviso sperimentale per le micro-imprese.
Vita: Come garantire che così tante risorse generino risultati positivi?
Francesco Agostino: Mettere delle risorse non è di per sé garanzia di efficacia. In modo particolare per le Pmi, noi mettiamo a disposizione un lavoro di supporto e accompagnamento.
Vita: In pratica?
Agostino: Abbiamo un servizio di assistenza tecnica sul territorio: esperti che vanno a trovare le Pmi e analizzano insieme il loro fabbisogno e le soluzioni che il fondo può mettere a loro disposizione.
Vita: Un’operazione sul territorio?
Agostino: Per noi è una carta vincente. Ammetto che non abbiamo inventato questa soluzione: l’abbiamo importata dalla Francia, dove è in corso e dove è efficace. Consente all’imprenditore di prendere coscienza delle proprie necessità formative.
Vita: E poi, che succede?
Agostino: L’impresa decide come organizzarsi, se avvalersi di consulenti esterni o appoggiarsi a risorse interne. Le Pmi che fanno da sole sono poche: quasi tutte operano attraverso enti di formazione.
Vita: Nel 2009 avete fatto un avviso straordinario.
Agostino: I sei milioni di cui le dicevo prima. Abbiamo finanziato piani di formazione per lavoratori in cassa integrazione con l’obiettivo di mantenerne le competenze e non disperdere il patrimonio di conoscenze, che sono il vero tesoro delle aziende, e aiutare i lavoratori per il loro reinserimento nel mercato del lavoro. Un avviso che ha avuto grande successo ed è costantemente utilizzato.
Vita: Come fate la valutazione dei percorsi formativi?
Agostino: Noi chiediamo sia all’impresa che all’ente di formazione di passarci tutte le informazioni possibili per l’attività finanziata. Chiediamo anche una valutazione da parte dell’ente bilaterale della cooperazione. Stiamo mettendo a punto una metodologia per valutare l’impatto a tre e a sei mesi dalla fine dell’attività formativa. A quei soggetti che accetteranno di sottoporsi a questo tipo di analisi, intendiamo riconoscere un punteggio maggiore.
(M. R.)
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