Se nelle canzoni cercate solo spensieratezza, godetevi Arisa e state alla larga da Album rosso, il nuovo disco degli Yo Yo Mundi. Qua siamo dalle parti della migliore tradizione della canzone impegnata, quella che sa coniugare afflato etico e politico, testi di peso e un grande talento musicale. Rifuggendo però retorica e toni predicatori. Il disco è un viaggio in 16 canzoni che in realtà contiene molte sfumature del rosso che dà il titolo, con una grande varietà di toni, dalla malinconia all’invettiva, all’ironia, di atmosfere musicali (rock, folk, canzone d’autore). E un ricco parterre di ospiti, quasi un disco corale. Niente di strano per un gruppo che in vent’anni di carriera (la ricorrenza è di questi giorni, auguri!) si è sempre aperto alle collaborazioni, alle contaminazioni, alla ricerca di nuovi territori, come letteratura, teatro (con 54, disco e spettacolo legati al romanzo di Wu Ming e La Banda Tom, realizzato per i 60 anni della Liberazione), cinema (con la sonorizzazione di Sciopero di Ejzenstejn, un esperimento di successo che li ha fatti conoscere anche all’estero). Come a dire che quando c’è talento, i confini stanno sempre un po’ stretti.
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