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LEFEVBRE. Rotti i rapporti ufficiali tra Vaticano e rabbinato di Israele
In seguito alle dichiarazione del Vescovo Williamson, Oded Weiner, direttore generale del rabbinato di Gerusalemme, ritiene che non sia possibile, a queste condizioni, continuare il dialogo con la Chiesa Cattolica
di Redazione
Il rabbinato d’Israele ha rotto indefinitamente i rapporti ufficiali con il Vaticano in seguito alla revoca della scomunica del vescovo lefevbriano Richard Williamson, che nega la Shoah. Lo scrive il Jerusalem Post, aggiungendo che il rabbinato ha anche cancellato un incontro fissato a Roma il 2-4 marzo con la Commissione della Santa Sede per i rapporti con gli ebrei. In una lettera indirizzata al presidente della Commissione, cardinale Walter Casper, il direttore generale del rabbinato Oded
Weiner scrive che «senza scuse pubbliche e una ritrattazione, sarà difficile continuare il dialogo», si legge sul sito del Jerusalem Post. Secondo una fonte del rabbinato, la lettera è giunta alla stampa israeliana prima di essere ricevuta in Vaticano e ciò potrebbe ulteriormente complicare i rapporti fra il rabbinato e la chiesa cattolica. Inoltre si è pronunciato anche il capo rabbino di Haifa, Shear Yishuv Cohen, presidente della commissione del Rabbinato. Al Jerusalem Post ha dichiarato che Williamson deve pubblicamente ritrattare le sue dichiarazioni
sulla Shoah prima che possano riprendere gli incontri. «Capisco gli sforzi del Papa per portare unità nella Chiesa, ma deve essere consapevole che, indirettamente, ferisce gli ebrei. Ci aspettiamo che faccia il meglio per riparare questa situazione». Il rabbino David Rosen invece, direttore del dipartimento per gli affari inter religiosi dell’American Jewish Commitee e consigliere della commissione del Rabbinato, afferma intanto che la decisione del Papa di revocare la scomunica ha creato un’atmosfera di «malafede». Secondo Rosen, scrive il sito del giornale israeliano, la revoca della scomunica è stata condotta senza le opportune consultazioni. «Tendo a
credere -ha detto- che il Papa non sia semplicemente stato informato in anticipo di Williamson e si trovi ora in una situazione molto scomoda». «Non penso che spetti a me dire cosa deve fare precisamente la Chiesa- aggiunge Rosen- ma Williamson deve essere in qualche modo censurato o costretto a ritrattare le sue dichiarazioni. Fino a quando questo non accadrà potremmo essere in contatto con il Vaticano a
livello individuale, ma non vi saranno incontri ufficiali».
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