Sono considerati fattori produttivi: le materie prime impiegate, i beni immobili e le infrastrutture, l’energia (terra), la manodopera (lavoro) e le risorse investite per l’avviamento e l’esercizio dell’attività produttiva (capitale).
L’economicità
La condizione più importante che un’impresa deve soddisfare per essere produttiva e durare nel tempo è l’economicità, ovvero la capacità di gestire l’azienda secondo criteri di efficacia ed efficienza. Una gestione è efficace se consegue un rapporto positivo tra risultati ottenuti e obiettivi prefissati; è efficiente se è in grado di ottimizzare l’impiego delle risorse, riequilibrando quelle consumate con le nuove prodotte. In particolare, è possibile individuare un’efficienza interna nel rapporto tra produzione allestita e fattore impiegato, e una esterna, intesa come capacità di competere sul mercato e di tessere proficue relazioni con clienti e fornitori.
L’autonomia
L’impresa che soddisfi tali condizioni raggiunge una situazione di equilibrio economico. Questo significa che i costi sostenuti per la produzione (personale, macchinari, acquisto di materie prime) sono coperti, nella loro totalità, dai ricavi (vendita di beni e servizi). Solo quando i componenti positivi di reddito compensano i componenti negativi l’impresa può considerarsi capace di sussistere in modo autonomo, senza richiedere l’intervento di terzi. In mancanza di tale equilibrio, al contrario, non sarebbe in grado di far fronte agli impegni di pagamento e perderebbe credibilità, fino a scomparire. Ogni valutazione di equilibrio va commisurata all’oggetto dell’impresa e condotta nel medio-lungo periodo, perché soprattutto per le attività più complesse sono necessari ingenti investimenti iniziali, che progressivamente sono ammortizzati.
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