Mondo
L’esercito del Nord fa terra bruciata ad Abyei
Bruciate le case dei civili fuggiti di fronte all'offensiva del Nord, denuncia il vescovo di Malakal
di Redazione
Le truppe del nord Sudan che occupano Abyei dal 21 maggio hanno nuovamente bruciato diverse case degli abitanti fuggiti di fronte all’offensiva militare. Lo denuncia all’Agenzia Fides Mons. Roko Taban Mousa, Amministratore Apostolico di Malakal, nel sud Sudan:«Diverse abitazioni sono state saccheggiate e poi date alle fiamme. In questo modo si vuole creare una nuova situazione sul campo, cercando di rendere impossibile il ritorno ad Abyei della popolazione locale. Si tratta di una grave violazione del diritto umanitario. L’esercito di Khartoum non sembra intenzionato a lasciare la zona».
Diverse migliaia di persone sono fuggite da Abyei e dintorni e si trovano da giorni senza assistenza.
«Finora la situazione umanitaria non è migliorata» spiega a Fides l’Amministratore Apostolico di Malakal, «perché le riserve alimentari dell’ONU presenti in zona sono state saccheggiate dall’esercito del nord. Vi sono alcune persone di buona volontà di alcune aree del sud Sudan che mettono insieme un po’ di provviste e partono verso i luoghi dove sono radunati gli sfollati, ma a parte questo, i profughi sono privi di assistenza mentre le piogge continuano a battere l’area dove si sono rifugiati».
La situazione nell’area rimane «estremamente instabile» secondo Medici senza frontiere, che sta dando assistenza agli sfollati che fuggono dagli scontri
«Abbiamo assistito ad un massiccio spostamento di persone fuori Agok, nel sud, in particolare lunedì notte», testimonia Raphael Gorgeu, capo missione di MSF. «Abbiamo visto migliaia di persone – soprattutto donne e bambini – trasportare borse sulla testa o sedere su materassi lungo la strada, esauste per le tante ore di cammino. Sia la popolazione di Abyei che di quella di Agok è sfollata ed è distribuita in differenti aree: vicino Turalei, Mayen-Adun e lungo la strada per Agok».
«Le nostre équipe sono state per le strade che collegano Turalei ad Agok, dove gli sfollati sono sparpagliati», prosegue Raphael Gorgeu. «Ci sono gravi segni di disidratazione tra molti bambini che sono in viaggio. Siamo molto preoccupati per le dure condizioni che la popolazione deve affrontare per strada. Le loro condizioni di salute possono peggiorare rapidamente se l’assistenza non viene fornita prontamente. I nostri sforzi sono dunque indirizzati a fornire assistenza nel modo più efficiente e rapido possibile».
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