Famiglia
L’esercito si tinge di rosa
Cancellata l'aliquota del 10% che sbarrava le porte delle caserme alle donne
di Redazione
Svolta ‘rosa’ nell’Esercito italiano. L’aliquota del 10% che sbarrava le porte delle caserme alle donne, anche quelle piu’ meritevoli dei loro colleghi uomini, scomparira’. Lo assicura il generale Giulio Fraticelli, che spiega: ”Gia’ nei prossimi concorsi per l’Accademia di Modena non ci sara’ alcun limite di accesso al personale femminile. Chi e’ piu’ bravo accedera’ ai corsi. E le donne potranno anche essere la maggioranza”. Il capo di Stato maggiore dell’Esercito annuncia quella che alcuni gia’ si affrettano a definire ”una rivoluzione, un cambiamento storico”, parlando con i giornalisti alla Cecchignola. Il generale Boriero ha appena lasciato l’incarico di Ispettore delle Scuole e delle Armi al generale Romeo. Fraticelli, con i cronisti, fa il punto sulle questioni di piu’ stretta attualita’. Parla di Iraq (”nessun problema a restare per tutto il 2005, ma la decisione e’ politica”), di Afghanistan (”a marzo a Herat”), di formazione del personale (”la preparazione specialistica e’ imprescindibile per affrontare le nuove sfide”), di reclutamento. Che ”va avanti bene”, assicura, dopo la legge che ha sospeso la leva obbligatoria. Nel 2005, per l’arruolamento di circa 23.500 volontari, sono previste sei ‘tornate’ di assunzione. ”Nel primo blocco – spiega il generale – le domande di aspiranti volontari sono state quasi 18.000, a fronte di 4.250 posti; nel secondo sono state 10.000 per 3.900 posti e crediamo, anche se e’ ancora presto per dirlo con certezza, che questo possa essere il trend definitivo. Si tratta di un rapporto di 1 a 3 che per noi e’ molto favorevole e che speriamo di poter mantenere per tutto l’anno”. E le donne? Bilancio ‘positivo’ anche su quel fronte. ”La media – dice Fraticelli – e’ di circa 1.000 domande per ogni blocco. Quelle selezionate sono in media circa 400, quindi una percentuale tra il 5 e il 10% dei posti a disposizione. Inizialmente e’ stata fissata un’aliquota del 10%, ma questo limite – ecco la svolta del capo di Stato maggiore dell’Esercito – non ci sembra debba essere mantenuto anche in futuro”. Si comincia con l’Accademia militare: ”Dai prossimi bandi di concorso per l’Accademia di Modena – annuncia Fraticelli – non ci saranno piu’ limiti per le donne per quanto riguarda i posti a loro disposizione. Entreranno tutte quelle che meritano: potranno essere anche piu’ degli uomini”. (”E questa assurdita’ delle quote rosa finalmente cade anche nell’Esercito”, esulta Daniela Santanche’, responsabile delle donne di Alleanza nazionale, che trova d’accordo anche Dorina Bianchi, deputata del gruppo Misto). I problemi, pero’, sono anche altri. Molte delle aspiranti soldatesse, infatti, risultano penalizzate dai limiti di altezza. Specie in alcune regioni (alla ribalta delle cronache e’ salito nei giorni scorsi il caso della Sardegna) sono numerose quelle che devono rinunciare all’uniforme perche’ non raggiungono quota 161 centimetri: ”deficit staturale”, scrivono sui loro referti i medici con le stellette. Di fronte a questa situazione – che rischia di spingere qualche disperata a soluzioni estreme, come la giovane che si e’ detta pronta a farsi impiantare una protesi di silicone sotto il cuoio capelluto per recuperare i 2 centimetri mancanti – Fraticelli allarga le braccia. ”Con la crescita media prodotta dalle vitamine e dal sistema di vita moderno – premette – noi siamo dell’idea di mantenere questo limite. Del resto da una certa altezza bisogna pur partire..”. Poi, pero’, fa capire che non ha senso essere inflessibili per una questione di millimetri. ”Sappiamo che per alcune di loro, specie quelle piu’ motivate, la delusione e’ terribile. E allora la sola cosa che posso dire – aggiunge – e’ che studieremo la questione, vedremo cosa si puo’ fare. Certo se si tratta di chiudere un occhio per un centimetro e’ un fatto, ma se cominciano a essere due o tre…”