Ambiente

L’Europa apre la caccia al lupo. Fine della protezione

Dopo il sì dell’europarlamento del maggio scorso al declassamento da specie particolarmente protetta, giovedì 5 giugno il Consiglio dell’Unione ha adottato formalmente la Direttiva. Per la Lav si tratta di una decisione «assurda frutto dell’ideologia venatoria e di una politica raccatta consensi sulla vita di esseri innocenti». Gli animalisti promettono battaglia «per ostacolare in ogni modo il recepimento da parte del governo italiano»

di Antonietta Nembri

Il destino dei lupi europei si era messo in marcia lo scorso dicembre. A fine 2024, infatti il Comitato permanente della Convenzione di Berna aveva deciso di declassare la protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto” (ne avevamo scritto qui).

Dopo il voto dello scorso maggio dell’Europarlamento che aveva votato sì al declassamento, nella mattinata del 5 giugno il Consiglio dell’Unione Europea – che riunisce i rappresentanti dei Governi degli Stati membri – ha formalmente adottato la Direttiva per il declassamento della protezione del lupo, che ha trasferito la specie Canis lupus dall’allegato IV all’allegato V della Direttiva Habitat. 

Per i lupi è finita un’era

Con oggi – osservano alla Lav – si apre quindi una nuova era. Dopo che la modifica sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’UE e dopo 54 anni di protezione assoluta nel nostro Paese, il lupo potrebbe essere inserito nella lista delle specie cacciabili prospettando così un futuro fatto di piombo e fucili dei cacciatori, che ancora una volta si confermano come i peggiori nemici degli animali selvatici, con la complicità dei loro politici di riferimento. 

 «Il voto degli europarlamentari e la ratifica da parte del Consiglio dell’Ue, è frutto di una scandalosa ideologia filo-venatoria, la scienza e l’esperienza dei Paesi dove già oggi il lupo viene ucciso dimostrano che ammazzare i lupi non diminuirà le predazioni – anzi potrà addirittura comportarne l’incremento – né favorirà l’accettazione sociale della specie, come affermato dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura – Iucn, ovvero la più autorevole organizzazione scientifica conservazionista al mondo», dichiara Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della Lav.

Nel nostro Paese – ricordano gli animalisti – ogni anno gli allevatori mandano a morte nei macelli quasi tre milioni di pecore, delle quali 300mila sono gli agnelli uccisi nel solo periodo pasquale, è intollerabile che ora si apra la caccia al lupo con il pretesto delle 9mila predazioni annue da lupo che riguardano tutte le specie allevate, secondo i dati forniti dagli stessi allevatori

Alla Lav non ci stanno

«Come già annunciato, ribadiamo che sarà durissima la nostra battaglia a livello nazionale per contrastare il percorso di recepimento della modifica alla Direttiva Habitat e quindi l’apertura della caccia al lupo, formalmente hanno 18 mesi di tempo per farlo ma immaginiamo che Lollobrigida vorrà metterci 18 giorni….» osservano gli animalisti.

Che concludono: «È incredibile che gli animali siano utilizzati come strumenti per raccattare consenso elettorale da parte di una classe politica allergica alla scienza e prona ai ricatti del mondo allevatoriale e della caccia». Le ultime parole della Lav sono una promessa: «Non lasceremo i lupi nelle mani dei loro aguzzini politici!». 

In apertura photo by Frida Lannerström on Unsplash

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