Non profit

L’hockey è senza barriere

Per la prima volta in Italia i Mondiali in carrozzina elettrica

di Redazione

Un’ottantina gli atleti, provenienti da otto nazioni (Italia, Australia, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Svizzera, Olanda), che si sfideranno ai Mondiali di Weelchair hockey in programma dall’1 all’8 novembre a Lignano Sabbiadoro. Per la prima volta l’Italia ospita un evento di questa portata. «Un’importante occasione per lo sport italiano, per la sua promozione fra i giovani, afferma Antonio Spinelli (nella foto), presidente della Federazione italiana weelchair hockey. «All’evento sono state invitate le scuole perché i Mondiali siano un momento di conoscenza e concreta integrazione».
L’hockey in carrozzina è lo sport che possono praticare persone con scarsa mobilità, come i distrofici che usano la carrozzina elettrica. Nato in Olanda negli anni 70, il weelchair hockey è stato importato in Italia da alcuni giovani della Uilmd – Unione italiana lotta alla distrofia muscolare nei primi anni 90. Luca Maino, commissario tecnico della nazionale italiana, ha potuto scegliere la rosa della nazionale fra decine di ottimi atleti. «Ogni anno», spiega, «le prestazioni di questi ragazzi crescono e la scelta si fa sempre più difficile. I nomi selezionati sono tutti molto “carichi”».
L’hockey in carrozzina non si differenzia molto da quello “normale”: per entrambi l’obiettivo è fare goal nella porta avversaria, ma alcune caratteristiche diverse ovviamente esistono: si gioca su un campo da basket, la squadra, di cinque giocatori, spesso è mista, maschi e femmine, e, soprattutto, la carrozzina elettrica, mezzo con il quale si muovono tutti i giocatori che devono colpire la colpire la pallina con una mazza, detta stick, manovrata, a seconda della singola necessità, manualmente o elettricamente. Non è uno sport costoso, almeno a livello amatoriale: «Per cominciare», spiega Spinelli, «va infatti bene anche la carrozzina rimborsata dal sistema sanitario. Per una versione più sportiva la spesa si aggira attorno ai 2mila euro, mentre se si diventa atleti di un certo livello occorre investirne almeno 8mila per l’acquisto di una carrozzina di ultima generazione e che raggiunge la velocità di 11 km/ora». La Federazione (www.fiwh.org) dà una mano a cercare la polisportiva più vicina a casa, «anche al Sud con i team di Napoli, Trapani e Palermo».

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