Famiglia
Libano: l’appello di Save The Children
L'organizzazione internazionale chiede un cessate il fuoco immediato: "i bambini le vittime principali del conflitto"
di Redazione
L’organizzazione internazionale chiede un immediato cessate il fuoco che permetta di portare aiuto e soccorso alle popolazioni civili di Libano, Gaza e Israele. Intanto prosegue la campagna di raccolta fondi di Save the Children
“La conferenza Internazionale di oggi a Roma sul Libano rappresenta uno sforzo importante per arrivare a una soluzione del grave conflitto in Medio Oriente di cui stanno pagando un prezzo altissimo soprattutto i bambini e la popolazione civile”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. “Ci auguriamo che i governi nazionali e le istituzioni internazionali proseguano con tenacia in questo sforzo e, soprattutto, che si arrivi quanto prima a un cessate il fuoco umanitario”.
Secondo Save the Children infatti le condizioni dei minori e della popolazione civile in Medio Oriente peggiorano di giorno in giorno. In particolare in Libano, circa il 45% delle vittime sono bambini. Inoltre il conflitto ha generato, nel giro di pochi giorni, un numero elevatissimo di sfollati: 800.000, pari al 25% della popolazione libanese. Molti degli sfollati hanno trovato rifugio in scuole e uffici pubblici.
“E’ di assoluta urgenza che si interrompano le ostilità per ragioni umanitarie e si garantiscano dei corridoi umanitari”, prosegue il Direttore Generale di Save the Children Italia. “I bambini e i civili debbono avere la possibilità di accedere a luoghi e aree più sicure e di raggiungere gli ospedali dove curarsi. Allo stesso modo le agenzie umanitarie debbono essere messe nelle condizioni di poter raggiungere i bambini e le loro famiglie, per assicurare almeno cibo, aiuti di prima necessità e acqua”.
Save the Children, da parte sua, sta facendo ogni sforzo per portare soccorso a tutti i minori indistintamente, in Libano, Gaza e Israele. Ha inoltre lanciato un appello internazionale di raccolta fondi di 5 milioni di dollari.
“Chiediamo a tutti di sostenerci e aiutarci”, dice ancora Valerio Neri. “Siamo in presenza di una grave e drammatica crisi che richiede una forte e immediata mobilitazione a tutti i livelli. Il bisogno di aiuti e soccorsi cresce di giorno in giorno e non possiamo permetterci di tirarci indietro”.
Ma ecco, in sintesi, cosa Save the Children sta facendo sul campo
Libano
In particolare nel sud del Libano e a Beirut, Save the Children si sta attivando per fornire a circa 20.000 persone cibo, acqua potabile, kit igienici. L’organizzazione si occuperà quindi, in special modo, della protezione e dell’aiuto ai bambini sfollati, separati dai genitori o disabili, e quindi impossibilitati a raggiungere gli ospedali per ricevere le adeguate cure.
A circa 5.000, fra minori e adulti, Save the Children distribuirà medicine e assistenza medica. L’organizzazione sta inoltre allestendo aree sicure dove 5.000 bambini possano svolgere attività scolastiche e ricreative, in sicurezza.
Gaza
A Gaza molti bambini sono intrappolati nelle loro case, senza elettricità e acqua corrente, e impossibilitati a procurarsi cibo, medicine e ad assicurarsi un’igiene minima. Circa metà della popolazione della Striscia di Gaza è costituita da bambini, costretti a vivere in una situazione di quotidiana ed estrema violenza e insicurezza e sottoposti all’assordante rumore delle incursioni aeree e dell’artiglieria. Operatori di Save the Children attestano un aumento dei bambini con problemi psicologici, incubi e sintomi legati al trauma generato dalla guerra.
Save the Children sta provvedendo a fornire cibo ad alto contenuto proteico, kit per l’igiene personale a 450 famiglie nell’area di Al-Shoka, nel sud di Gaza. L’obittivo è estendere l’intervento fino a raggiungere 4.000 famiglie a Bet Hanoun e Bet Lahiaal nord. Inoltre l’organizzazione sta distribuendo kit scolastici affinché i bambini possano ricevere supporto educativo in vista della ripresa della scuola ed essere aiutati a fare i conti con il trauma derivante dalla quotidiana violenza. Sono 2.000 le famiglie che stanno ricevendo aiuti.
Israele
Save the Children sta cercando di rispondere ai bisogni dei bambini di Nazareth, fornendo, tra l’altro, supporto psico-sociale. L’organizzazione, in generale, sta intervenendo presso quelle comunità più gravemente colpite e con minori risorse, tenendo presente che il governo israeliano ha sviluppato un sistema di risposta alle emergenze molto efficiente e in grado di fornire immediato aiuto ai bambini e alle famiglie che ne hanno bisogno.
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