Mondo

Libano, operazione Onu per le munizioni inesplose

Partenariato di Unhcr e Unmas per la bonifica del territorio

di Redazione

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha firmato un accordo formale di partenariato con la United Nations Mine Action Service (UNMAS) per la bonifica dalle munizioni inesplose sparse sul territorio del Libano meridionale. Le munizioni inesplose costituiscono uno dei maggiori ostacoli per un ritorno ad una vita normale nell’area.

Mentre una gran parte del milione di libanesi, che avevano lasciato le zone interessate dal conflitto tra Israle e i militanti di Hezbollah, hanno fatto ritorno nelle proprie aree di appartenenza, in molti casi, invece, l’accesso alle abitazioni o alla terra è impossible a causa degli ordigni inesplosi, specialmente quelli derivanti dalle bombe a grappolo.

“Alla fine di ogni conflitto, la sicurezza degli sfollati e il loro dignitoso ritorno a casa, rimangono sempre una nostra priorità”, ha affermato Stephane Jaquemet, rappresentante dell’UNHCR in Libano.

“Nel contesto libanese, è subito emerso che un ritorno a casa sicuro potrebbe avvenire solo se viene meno la minaccia degli ordigni inesplosi o di altri esplosivi. Per il nostro lavoro e’ cruciale che strade, aree civili e case siano sicure e l’UNMAS in questo puo’ aiutarci”, ha sottolineato Jaquemet.

Nell’ambito del partenariato tra UNHCR e UNMAS, volto ad assicurare la rapida identificazione e la bonifica degli ordigni inesplosi, così come la sensibilizzazione della popolazione locale, le due Organizzazioni da ieri hanno iniziato a lavorare con i bambini dei villaggi intorno alla zona di Tiro, resa insicura dalla presenza di ordigni inesplosi, per metterli in guardia dai pericoli.

“I leader locali ci hanno richiesto di fornire dei corsi di formazione rivolti ai bambini, circa i rischi derivanti dalle mine, poiché molti di loro entrano giornalmente in contatto con residui di bombe a grappolo ed esplosivi”, ha segnalato Dalia Farran, portavoce dell’UNMAS.

Dal cessate il fuoco del 14 Agosto secondo l’esercito libanese, 11 persone sono state uccise e 50 ferite da ordigni inesplosi, per la maggior parte bombe a grappolo. Molti libanesi che hanno fatto ritorno alle proprie case dopo essere stati costretti a rifugiarsi altrove nel paese, vivono ora all’interno o nelle vicinanze delle proprie abitazioni distrutte, con attorno ordigni inesplosi.

“Il conflitto in Libano ha generato una delle più gravi contaminazioni di ordigni inesplosi mai avvenuta, sia a sud del fiume Litani che nelle aree a nord e ad est del paese”, afferma Christopher Clark, direttore del programma UNMAS di Tiro.

UNHCR e UNMAS hanno cooperato in altri progetti nei mesi scorsi, incluso nel sud Sudan. Questa è la prima volta che le due agenzie cooperano per arginare una più vasta contaminazione di ordigni inesplosi durante lo svolgimento di un’ emergenza umanitaria.

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