Mondo
Libia: famiglie vittime non ci stanno
I familiari dei bambini contagiati dall'Hiv chiedono l'arresto delle infermiere bulgare e del medico palestinese
di Redazione
Le famiglie degli oltre 400 bambini contagiati con il virus dell’Hiv non ci stanno. La decisone del governo bulgaro di graziare le cinque infermiere e il medico di origine palestinese una volta a Sofia e’ stato un oltraggio. I genitori chiedono a Tripoli di farli arrestare di nuovo dall’Interpol, di interrompere ogni rapporto con Sofia, di espellere ogni cittadino bulgaro e di interrompere ogni accordo commerciale con le aziende di Sofia. “Le famiglie esprimono la loro condanna e il risentimento per la sconsideratezza della Bulgaria e del presidente che ha graziato le infermiere”, si legge in un comunicato in cui sostengono che “Osama bin Laden aveva ragione quando afferma che gli occidentali disprezzano il sangue dei musulmani”. Si tratta dell’ultimo episodio dell’odissea che ha visto i sei, accusati di aver contagiato volontariamente i piccoli ricoverati nell’ospedale pediatrico di Bengasi, in prigione dal 1999, condannati a morte nel 2004 e scampati alla pena capitale dopo una lunga trattativa. L’accordo raggiunto grazie alla mediazione della fondazione Gheddafi ha portato al pagamento di un’indennita’ di circa 1 milione di dollari per ogni bambino.
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