Non profit
L’idea di Sacconi:bun G8 per il Welfare
politica Il ministro lo ha annunciato a un convegno di Mcl
di Redazione

Nell’appuntamento che dovrebbe svolgersi nel semestre
di presidenza italiana si discuterà della sostenibilità
dei modelli sociali dei Paesi industrializzati « U n G8 sociale allargato ai Paesi emergenti da tenersi in primavera sulla sostenibilità dei modelli sociali»: è questo l’annuncio che Maurizio Sacconi , ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, ha fatto nel corso del convegno organizzato a Roma dal Movimento cristiano lavoratori. Annuncio quanto mai opportuno (in un evento dedicato all’economia sociale di mercato come risposta alla recessione globale) e che parte dal riconoscimento della necessità di ripensare il Welfare in tutti i Paesi occidentali. «Non un compito facile», ha insistito Sacconi, «ma quanto mai opportuno». L’essenziale è che non avvenga al ribasso (ovvero riducendo i diritti individuali), ma sia piuttosto il risultato di uno sguardo verso il futuro, che magari, per dirla con il ministro, «sappia coniugare inclusione e competitività, aiutando le comunità a superare le comprensibili insicurezze». Nel nome della condivisione e del dialogo. E qui si torna al tasto dell’economia sociale, alla possibilità che svolga un ruolo importante in questa situazione complessa.
«Per il suo stretto collegamento con la dottrina sociale della Chiesa, non è soltanto un sistema diverso, più solidaristico», ha ricordato Carlo Costalli , presidente di Mcl, «è la strada per restituire spessore etico all’economia stessa e risponde a una logica comunitaria che mette al centro la persona». Quali poi siano le concrete strategie per arrivare a tale risultato, è un discorso aperto. Coinvolgendo le parti sociali nella gestione dei servizi, individuando nuovi strumenti per combattere vecchie e nuove povertà, andando alla ricerca di soluzioni coraggiose. Sacconi ha elencato delle ipotesi, alcune delle quali in via della realizzazione: una maggiore responsabilizzazione degli amministratori locali (da realizzarsi con un federalismo fiscale compiuto e solidale), la strutturazione di reti territoriali di servizi socio-assistenziali (per restituire agli ospedali il compito di curare le acuzie), il coinvolgimento dei lavoratori nella crescita aziendale (anche attraverso una distribuzione equa dei dividendi).
Temi sui quali si scatenerà, c’è da scommettere, il dibattito. Intanto si è chiuso il trimestre della consultazione lanciata dal ministro sul Libro Verde sul futuro del modello sociale. La vita buona nella società attiva . Un fatto è sicuro e l’ha ricordato nel suo intervento il presidente di Italia Lavoro, Natale Forlani : «Il rapporto fra Stato e mercato è sempre stato fluido e i cambiamenti sono sempre stati irreversibili». Come a sottolineare che la partita è tutta da giocare. E questo vale soprattutto in tempi di crisi.
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