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L’inganno dell’Imu: «Le casse dei Comuni continueranno piangere» Antonini: «A Roma il 60% del gettito»

di Redazione

«È chiaro che con le entrate derivanti dall’Imu i Comuni cercheranno di garantire i servizi di welfare. Ma non è scontato che abbiano più fondi, anzi». L’avvertimento arriva da uno dei massimi esperti di federalismo fiscale, il professor Luca Antonini.
Con l’Imu i Comuni avranno più fondi a disposizione?
Solo se aumentano la pressione fiscale, alzando l’aliquota base. Altrimenti incasseranno meno che con la vecchia Ici.
Com’è possibile?
Già il nome è un paradosso: si chiama Imposta municipale ma almeno il 60% del totale andrà allo Stato. Su 21 miliardi di euro di entrate totali stimate, 13,5 finirà a Roma: i 9 miliardi del gettito sulle seconde case più i 4,5 miliardi di tagli governativi ai fondi di equilibrio dei Comuni contenuti nel decreto “Salva Italia”. Il Comune ci mette la faccia, lo Stato incassa e spende altrove.
Quindi i Comuni rafforzeranno i servizi sociali solo chiedendo nuove tasse?
No. L’introduzione dei fabbisogni standard, ovvero della quota unificata che lo Stato darà ai Comuni in settori come la polizia locale e l’amministrazione generale, porterà maggiori entrate ai sindaci virtuosi, quelli che già spendono in modo efficiente i loro soldi. In questo modo, i fondi in più potranno essere rivolti in primis al welfare, soprattutto in servizi più sensibili come la scuola.

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