Censimento del non profit 2021
L’innovazione sociale? Riguarda l’8% delle istituzioni non profit
La sezione dedicata all’innovazione sociale era una assoluta novità del censimento che ha fotografato il non profit italiano al 31 dicembre 2021, di cui Istat oggi ha restituito un’altra istantanea. Le istituzioni non profit che hanno realizzato un progetto o un intervento di innovazione sociale sono 28.778 su 360.623, contano 188mila dipendenti e 585mila volontari

L’8% delle istituzioni non profit d’Italia ha realizzato progetti o interventi di innovazione sociale: sono quasi 29mila su 361mila. In queste realtà lavorano 188mila persone, pari al 21% del totale e sono attivi 585mila volontari, il 12,7% del totale.
Nel 2022, nel lanciare il Censimento permanente delle Istituzioni non profit, Gian Carlo Blangiardo, allora Presidente Istat scelse proprio la parola “innovazione”, accanto a “sviluppo”, per raccontare l’idea di fotografare l’essenza del Terzo settore, non solo i suoi numeri. La sezione dedicata all’innovazione sociale è una assoluta novità del censimento che ha fotografato il non profit italiano al 31 dicembre 2021, di cui Istat oggi ha restituito un’altra istantanea. Ricordiamo che 14 marzo al 24 ottobre 2025, invece, Istat ha in corso la nuova rilevazione multiscopo sulle Istituzioni non profit.

Le istituzioni non profit che hanno realizzato un progetto o un intervento di innovazione sociale sono 28.778 su 360.623. Di esse, 8.547 sono nel Nord Ovest (4.683 nella sola Lombardia), 6.802 al Centro, 6.730 nel Nord Est, 4.564 al Sud e 2.134 nelle Isole. Dei 29mila innovatori sociali, 23.529 sono associazioni, 2.298 sono cooperative sociali, 1.149 sono fondazioni e 1.802 hanno un’altra forma giuridica. In che settore operano le realtà più attive nell’innovazione sociale? Ai primi tre posti troviamo attività sportive (5.911), attività culturali e artistiche (5.819), assistenza sociale e protezione civile (4.731). Ben 21mila delle 29mila organizzazioni che hanno realizzato un progetto o un intervento di innovazione sociale non ha alcun dipendente.
I prodotti dell’innovazione
In che cosa si è declinata l’innovazione? Per il 49,5% delle istituzioni non profit, i progetti o interventi innovativi hanno previsto lo sviluppo di un nuovo servizio o di un nuovo prodotto (14.238 realtà). In 14.865 casi c’è stata la creazione di nuove relazioni e di nuove collaborazioni, in 9.484 casi è stato sviluppato un nuovo processo per la realizzazione delle attività, in 7.145 casi c’è stata l’individuazione di nuove tipologie di utenti cui indirizzare le attività e per 5.702 enti innovazione si è declinata con la rigenerazione e riuso di un luogo per fini d’interesse generale.

Il 49,7% dei progetti o interventi hanno avuto come ambito di riferimento quello territoriale comunale e/o sub-comunale (quartiere, circoscrizione) e nel 65,3% dei casi le istituzioni non profit hanno realizzato queste innovazioni sociali in collaborazione con altri soggetti pubblici o privati.
Gli effetti dell’innovazione
Gli effetti realizzati vedono in testa lo scambio di conoscenze/know-how con altri soggetti pubblici e/o privati (20.484), seguito dall’aver prodotto un servizio flessibile e personalizzato rispetto alle caratteristiche dei beneficiari (17.038). In 16.595 casi è stata adottato una nuova organizzazione del lavoro (es. tempi, modi e/o spazi) e in 15.903 casi è stato identificato un nuovo bisogno sociale. Alla pari le esperienze in cui innovazione sociale fa rima con coinvolgimento dei beneficiari nella fase progettuale (13.696) e arrivare alla risoluzione un problema della comunità locale (13.563), mentre in 11.132 casi si è generato un impatto sociale intenzionale e misurabile. In 10.550 esperienze sono state impiegate nuove fonti di finanziamento e in 4.444 casi c’è stato un nuovo processo di integrazione e inclusione nel mercato del lavoro.
Nuove soluzioni o nuove istituzioni?
I dati, parzialmente, erano stati anticipati alle Giornate di Bertinoro a ottobre 2024 e Paolo Venturi, direttore Aiccon, aveva subito sottolineato che «non basta più promuovere buone soluzioni, è necessario creare nuove istituzioni e, insieme a esse, contribuire a ridisegnare le regole del gioco che sono alla base della crescente incertezza e vulnerabilità. Crediamo che dietro ogni bisogno ci sia bisogno di trasformazione, di cambiare le regole de gioco e l’innovazione sociale è alla base di tutto questo. Come emerge dai dati Istat presentati in anteprima, l’innovazione non è semplicemente una finalità, ma è una grande palestra dove fare change management, cioè provare proprio a cambiare le istituzioni».
Foto di Kasturi Roy su Unsplash
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