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Livi Bacci: serve un nuovo welfare per le famiglie
L'appello del demografo in prima pagina su Repubblica
In Italia ci sono 10milioni di minori. Uno ogni sei italiani. Siamo messi male: i bambini sono uno ogni quattro americani e uno ogni cinque francesi. Nulla di nuovo. La novità è che anche Massimo Livi Bacci – il più ascoltato dei dempografi italiani – oggi grida in prima pagina su Repubblica ciò che le associazioni di famiglie e studiosi come Luigi Campiglio dicono da anni. I bambini sono quelli più colpiti dalla povertà. La povertà cresce nelle famiglie italiane al crescere del numero di bambini presenti: sono sotto la soglia di povertà il 10% delle famiglie con un minore, il 17% delle famiglie con due minori e il 28% di quelle con tre o più minori. Ovvero: un minore su sei vive in povertà, a fronte di un adulto su dieci.
La colpa di tutto ciò? “Il debole welfare famigliare proprio del nostro Paese”, dove “su 100 euro di trasferimenti pubblici per spesa sociale, appena 4 vanno a sostegno di famgilia e figli”: sono il triplo nei paesi scandinavi e in Francia e il doppio nella media dei paesi europei. I limiti che Livi Bacci individua nell’attuale welfare è che i soldi sono pochi e per di più non vanno a tutte le famiglie con figli, a cominciare dagli incapienti, dai lavoratori autonomi e da quelli precari. Una critica pesante va al Governo, che nonostante le promesse preelettorali si è adoperato solo per modificare gli assegni, senza rimettere in discussione il sistema.
Che fare? Prendere sul serio le due misure previste nel programma dell’Unione: “l’assegno per il sostegno delle responsabilità famigliari”, dato indipendentemente dalle condizioni lavorative dei genitori, e la “dotazione di capitale per i giovani”, dato indipendentemente dal reddito della famiglia, in nome di un prinicpio di autonomia dei giovani. La dinamica è così: prima arriva l’autonomia economica, prima vengono prese le decisioni riproduttive; meno i figli restano in famiglia a fare i mantenuti, meno sono le spese di allevare un figlio, meno ansie ci sono nel metterne al mondo uno.
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