Solo il 3% delle pubbliche amministrazioni centrali e locali italiane è in regola con la legge 4 del 2004 per la tutela del diritto di accesso delle persone disabili ai servizi informatici e telematici.
«È un dato che dimostra quanta strada ci sia ancora da fare in questo campo», afferma Andrea Femminini, responsabile dell’Area web del Settore software applicativo e sicurezza informatica dell’università di Roma Tor Vergata, che insieme a Marco Bertoni, consulente per l’Ufficio formazione del Cnipa – Centro nazionale per l’informatica nella Pubblica amministrazione, è l’ideatore del convegno Web senza barriere di cui si è tenuta a inizio maggio a Roma la seconda edizione.
La normativa italiana in materia di accesso al web per i disabili costituisce un modello per molti Paesi europei che ne sono in larga parte sprovvisti ma, secondo Femminini, non ha previsto una struttura formativa adeguata per le pubbliche amministrazioni. Questo è il motivo per cui l’università di Tor Vergata ha deciso di scendere in campo, mettendo a disposizione di amministratori, webmaster, redattori di pagine web e aziende informatiche, lo spazio del convegno: accanto a seminari formativi per chi il web «lo fa» ogni giorno, la possibilità per chi il web «lo regola» di confrontarsi, immaginare soluzioni e sollecitare un interesse anche di tipo economico, oltre che politico ed istituzionale, intorno al tema dell’accessibilità.
Meglio: sul “pensiero accessibile”. «Chi lavora a un sito Internet», conclude Femminini, «deve pensare a tutti quelli che avranno interesse ad accedervi e cercare il modo migliore per far arrivare le informazioni a ciascuno di essi. Tutelare l’accesso per i disabili, tra l’altro, migliora l’accessibilità anche per i cosiddetti normodotati».
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.