Cultura

Londra: così mettiamo al bando i predicatori d’odio

La Gran Bretagna rende noti i criteri in base a cui saranno espulsi o sara' negato l'ingresso nel Paese ai predicatori dell'odio che fomentano il terrorismo

di Redazione

La Gran Bretagna ha reso noti i criteri in base a cui saranno espulsi o sara’ negato l’ingresso nel Paese ai predicatori dell’odio che fomentano il terrorismo. A un mese e mezzo dagli attentati kamikaze di Londra, il ministro dell’Interno Charles Clarke ha elencato i “comportamenti inacettabili” che faranno scattare la sanzione per qualsiasi cittadino non britannico ovunque egli risieda. Misure destinate a colpire soprattutto gli imam e gli attivisti islamici piu’ estremisti. La Gran Bretagna diventera’ off limits per chi, parlando in pubblico o diffondendo materiale scritto o sul web, esprima punti di vista che fomentano, giustificano o esaltano la violenza terroristica e stimola altri a compiere atti terroristici. “Gli stiamo inviando un messaggio forte che non sono graditi in Gran Bretagna”, ha sottolineato Clarke. “La minaccia terroristica – ha osservato il ministro dell’Interno – rimane reale e significativa ed e’ giusto che il governo e le agenzie per la sicurezza facciano tutto il possibile per contrastarla”. Il piano, che rientra nel pacchetto di misure antiterrorismo varate dopo gli attentati di Londra del 7 luglio e il fallito tentativo di replicarli del 21, prevede anche nuovi accordi bilaterali sul modello di quello sottoscritto con la Giordania per espellere nei Paesi di origine gli estremisti che siano considerati una minaccia. Critici i gruppi che promuovono la difesa dei diritti umani, che chiedono al governo britannico di impegnarsi a non espellere nessuno verso Paesi che permettono la tortura. Il sindaco di Londra, Ken “il rosso” Livingstone, ha detto che valutera’ il piano sulla base del “test di Nelson Mandela” per capire se all’epoca dell’apartheid simili misure avrebbero consentito l’espulsione dei sostenitori del leader nero.

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