Non profit
Lotta alla corruzione: aderiscono le Acli
La raccolta firme, lanciata oggi da Libera e Avviso Pubblico, per chiedere la confisca e l'uso sociale dei beni sottratti ai corrotti
di Redazione
Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani aderiscono alla campagna di raccolta firme per chiedere la confisca e l’uso sociale dei beni sottratti ai corrotti. L’iniziativa – “Per il bene comune, i corrotti restituiscano ciò che hanno rubato” – è stata lanciata oggi, martedì 7 dicembre, dall’associazione Libera e Avviso Pubblico, la rete di Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie. L’obiettivo è raccogliereun milione emezzo di cartoline e firmeper chiedereal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di intervenire, nelle forme e nei modi che riterrà più opportuni, affinché il governo e il Parlamento ratifichino quanto prima e diano concreta attuazione ai trattati, alle convenzioni internazionali e alle direttive comunitarie in materia di lotta alla corruzione nonché alle norme, introdotte con la legge Finanziaria del 2007, per la confisca e l’uso sociale dei beni sottratti ai corrotti.
«La battaglia contro la corruzione e per la legalità nel nostro Paese – affermano le Acli, tra i soci fondatori di Libera – è una battaglia educativa e culturale oltre che politica, perché la corruzione inquina la coscienza dei cittadini e offende le istituzioni. Mettere l’etica al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e della politica significa agire per la giustizia in favore dei più poveri, perché la corruzione sottrae enormi risorse alla collettività. La confisca e l’utilizzo sociale dei beni sottratti ai corrotti, come di quelli sottratti alle mafie, è il segno concreto che lo Stato scommette sulla giustizia e la legalità contro ogni forma di criminalità».
Da domani 8 dicembre fino a domenica 12 dicembre, si potrà firmare la cartolina appello in oltre 300 luoghi in tutta Italia, da Aosta a Trapani, e contemporaneamente nelle 400 botteghe di Altromercato e Botteghe del Mondo che hanno aderito alla campagna di Libera e Avviso Pubblico. È possibile firmare l’appello anche online sul sito di Libera.
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