Welfare

Lotta alla droga, la Russia fa sul serio

di Redazione

Ho saputo da organi d’informazione che all’Ufficio Onu contro le droghe c’è stato un cambio ai vertici e che un uomo stimato come Antonio Costa è stato sostituito da un diplomatico russo. Da operatore nel mondo delle comunità è una sostituzione che mi lascia inquieto. (G. S., Catanzaro)

Risponde Riccardo C. Gatti
Il lettore può tranquillizzarsi. Jurij Fedotov, il nuovo direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga, è un diplomatico di carriera e il segretario generale delle Nazioni Unite lo ha definito come persona «perfettamente al corrente delle attuali difficoltà e delle sfide che deve affrontare questa organizzazione». Tra l’altro la Russia, a differenza dell’Italia che sta sottovalutando ampiamente e colpevolmente la questione droga, vive gravissimi problemi anche in relazione alla diffusione di eroina afghana. In tempi molto recenti il rappresentante di Mosca presso la Nato, Dmitry Rogozin, ha manifestato sconcerto per la mancanza di coesione all’interno dell’organizzazione proprio per quanto riguarda la lotta al traffico di droga in Afghanistan. Ha ricordato che nel suo Paese c’è un milione di tossicodipendenti con circa 30mila morti all’anno. La posizione di Rogozin in sede Nato è stata durissima. Ha criticato gli Stati Uniti per la loro doppia politica in Afghanistan e in Sud America: «Washington in Colombia fa una vera guerra contro la droga perché è la principale fonte di cocaina verso gli Usa. Ma per quanto riguarda l’eroina, prodotta in Afghanistan, e il suo traffico in Russia, gli americani non stanno facendo nulla».

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