Non profit
L’ultima “bolla”, quella dei salvataggi
I 350 miliardi immessi dalla Banca del Giappone
di Redazione
Agli inizi del 2000 esplose la bolla delle compagnie internet e dopo otto anni abbiamo avuto quella immobiliare che con i suoi derivati ha portato al fallimento di banche come Lehman Brothers. Ora sembra che stia crescendo un’altra bolla ancora più grande: quella dei salvataggi. Gli esperti hanno calcolato che se ne crea una nuova ogni quattro anni.
Tutto è in mano all’oligarchia di Wall Street fatta di banchieri e amministratori delegati che determinano scelte e politiche a favore di pochi super ricchi. Si calcola che a Washington ci siano 260mila lobbisti, tutti in lotta per ottenere normative speciali, esenzioni, scappatoie fiscali ma soprattutto mettere le mani sulla torta di migliaia di miliardi di dollari del bilancio federale. Avete capito? Le aziende fanno il fatturato con le tasse pagate dai poveri contribuenti, non pagano imposte sugli utili perché hanno le sedi legali in Paesi off-shore e distribuiscono dividendi faraonici ai soliti azionisti. Il cerchio si chiude con un trasferimento di ricchezza dal 99% dei cittadini e si concentra nelle tasche dell’1% dei super ricchi.
Il sistema economico e finanziario è però molto fragile, come ha dimostrato il terremoto di Fukushima. La Banca del Giappone sembra sia intervenuta per stabilizzare il sistema immettendo nei mercati finanziari l’equivalente di 350 miliardi di dollari freschi di stampa, casualmente la stessa cifra stimata per i danni materiali subiti. Uno pensa: beh, l’avranno fatto per risarcire la povera gente che ha perso tutto o per finanziare e riavviare le attività distrutte. No, neanche per idea. Quei soldi sono finiti nel sistema, quindi banche, assicurazioni, finanziarie, per impedire che qualcuna di queste saltasse per aria. Il terremoto avrebbe potuto mettere a rischio tutto il sistema economico di sei miliardi di persone. A salvataggio scongiurato si innestano poi perversi meccanismi dovuti alla quantità di denaro immesso che portano al formarsi di nuove bolle pronte a scoppiare.
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