Famiglia

l’unicef ha un baby presidente

Infanzia. A capo del Comitato italiano eletto Vincenzo Spadafora, 34 anni, di Caserta

di Redazione

Se nessuno riesce a svecchiare la politica, l’Unicef è riuscita a svecchiare se stessa. Il 23 giugno l’assemblea dei volontari ha eletto Vincenzo Spadafora alla guida del Comitato italiano dell’organizzazione. Nonostante Spadafora abbia solo 34 anni, ha una certa esperienza: è volontario Unicef dalle scuole medie, è stato coordinatore del movimento giovanile, presidente del comitato di Caserta e dal 2004 è nel Consiglio direttivo nazionale.
Vita: Nell’Unicef a 12 anni. Non è un po’ presto?
Vincenzo Spadafora: Ho conosciuto l’organizzazione a scuola, dove i volontari venivano a fare corsi. Per me, ragazzino di provincia, era un modo per aprire gli orizzonti.
Vita: E si sono aperti?
Spadafora: Ero molto impegnato. Finito il liceo, l’ex presidente Arnoldo Farina mi ha invitato a Roma per costituire il movimento giovanile. Non potevo dire di no.
Vita: Non ha paura che la sua giovane età possa pesare?
Spadafora: L’Italia è un Paese abituato ad avere dirigenti anziani. Io l’Unicef la conosco bene. Visto che il presidente non ha uno stipendio, diciamo che volontario ero e volontario rimango.
Vita: C’è ancora bisogno di Unicef in Italia?
Spadafora: Non possiamo intervenire nei problemi quotidiani dei bambini, però abbiamo il dovere di fare pressione verso la politica per risolvere i problemi ancora aperti.
Vita: Per esempio?
Spadafora: L’ultimo Piano nazionale dell’infanzia è scaduto nel 2004. Le competenze sui minori sono divise tra tanti ministeri. Così si lavora male. Inoltre l’Italia non ha neppure un Garante dell’infanzia.
Vita: Questioni politiche, insomma.
Spadafora: Non solo, anche culturali. Nuovi temi, come il diritto di famiglia, i problemi dei bambini rom, il bullismo. Per questo l’Unicef continua a formare insegnanti e operatori sanitari.
Vita: E con le associazioni che rapporti terrà?
Spatafora:Lavoreremo con tutti i soggetti che si occupano di infanzia. Serve dialogo e collaborazione.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.