Mondo
Ma il Libano ha bisogno di un nuovo patto
Riuscirà Siniora a tenere l'unità del paese? Siria e Iran non si fidano. La questione Hezbollah preme. E gli accordi del 43 sono superati... Di Lapo Pistelli
di Redazione
Quanto il Libano potrà reggersi sulle sue gambe? Non è una domanda nuova e potrebbe essere riformulata con un?altra domanda. Avevamo alternative? Dopo l?escalation militare che c?è stata, non credo. Per il futuro ci sono due possibilità, non così radicalmente diverse tra loro come potrebbero sembrare. Una è quella di disarmare le milizie che ci sono, sciogliendole. Per certi aspetti è quello che si è cercato di fare in Palestina e persino in Iraq, sciogliendo la Guardia Repubblicana di Saddam, salvo poi scoprire che la cosa migliore era assorbirla, utilizzando le sue capacità militari. L?altra è di mettergli le mostrine istituzionali sulle spalle, trasformando Hezbollah da milizia confessionale in esercito nazionale.
Hezbollah è partito politico con tanto di ministri e un braccio armato. Anche in Europa, con Ira ed Eta, abbiamo avuto un braccio politico con portavoce in collegamento organico con un braccio militare. È quella che gli analisti chiamano l?area grigia della politica che, tuttavia, in Medio Oriente conta molto. Il presidente Siniora riuscirà ad affrontare le tante aree grigie presenti a Beirut. Lui è visto male da Siria e Iran perché è una sorta di Abu Mazen del Libano, un leader cui si riconosce un assoluto commitment alla causa nazionale del suo paese. Ha buoni rapporti con tutti i grandi interlocutori della scena mondiale ma, al tempo stesso, con un compito difficilissimo perché costretto a giocare non avendo tutte le carte a disposizione.
Che faranno drusi e maroniti, ovvero le parti del governo libanese che sinora hanno mantenuto un profilo basso mentre la scena l?ha presa tutta Nasrallah? Questa è un?altra incognita. L?ultima volta che sono stato in Libano ho incontrato sia il presidente del Parlamento libanese, lo sciita Nabih Berri, sia il leader druso Walid Jumblatt. Era una fase nella quale entrambi tenevano un profilo molto basso, ma per una ragione diversa dall?odierna: l?omicidio di Hariri li aveva molto intimoriti. Certo, c?era stata la grande manifestazione nelle piazze di Beirut, però si capiva che un?autobomba poteva essere fatta arrivare ovunque. Oggi il loro profilo basso ha tutt?altra origine, ovvero la consapevolezza che, a differenza del passato, oggi non sono più loro i key player della scena.
Credo che ci sia una dose consistente di realismo sia in Nabih Berri che in Jumblatt e ciò li potrà portare oggi a giocare non come fecero in passato per destabilizzare ma per stabilizzare. Oggi il Libano ha bisogno di un governo di unità nazionale, che rimetta insieme il paese non sulle basi del vecchio patto del 1943, censimento demografico e confessioni religiose, ma di un nuovo patto politico per la rinascita e la rifondazione dello stato libanese.
* Lapo Pistelli è eurodeputato e
responsabile esteri della Margherita.
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