Carissimo Agostino, capisco il fatto che in tempo di crisi economica e di smarrimento ideale la cosa più semplice sia invocare il ritorno ad un ruolo forte dello Stato. Lo fanno le banche, capisco sia una tentazione per tutti. Ma secondo me è sbagliato. La sussidiarietà, come la solidarietà, non è un lusso. È condizione di uno sviluppo libero e solidale. Capisco l’amarezza nel constatare come troppo spesso la sussidiarietà sia applicata al contrario e, qualche volta, contro il principio di solidarietà, ma sconsiglio di procedere con la testa voltata all’indietro. Sussidiarietà e solidarietà, come insegna proprio la Dottrina sociale della Chiesa, sono due principi che si tengono l’un l’altro. Lo Stato sia trasparente sulle regole, sia categorico sugli standard, sia feroce sulle regole di accreditamento e faciliti, invece di ostacolarle, le risposte della società. Dieci anni fa è stato introdotto l’art. 118 nella Costituzione. Dieci anni dopo, proviamo a ripartire da lì?
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