La recente esplosione italiana di Facebook, che ha sfondato la soglia dei 10 milioni di iscritti, ha generato un’ondata di interesse verso i social network. D’altra parte, i costi dell’attività online sono, almeno apparentemente, assai inferiori a quelli di strumenti classici, come per esempio i mailing. Ci sono però alcuni dati che mostrano che in Italia non è ancora giunto il tempo della digitalizzazione integrale e che è quindi meglio considerare il fund raising online come una leva da sostenere ed integrare con mezzi di raccolta più tradizionali.
L’Italia è la maglia nera d’Europa per quanto riguarda l’uso avanzato del web: sui 27 paesi dell’Unione è solo al 23° posto, con un misero 37% della popolazione che utilizza quotidianamente il web. Dato solo in parte giustificato dalla diffusione della banda larga che, sebbene sia aumentata negli ultimi anni arrivando a coprire il 31% delle abitazioni, rimane ancora di 4 punti inferiore alla media UE.
Un altro dato di cui tener conto è la perdurante diffidenza degli italiani verso l’utilizzo della carta di credito per la donazione online, testimoniato anche dalla preferenza accordata a strumenti come PayPal o le carte prepagate. Inoltre, secondo quanto risulta dal monitor delle donazioni di 2009 di SWG Tomorrow, i donatori che hanno utilizzato la propria carta di credito o prepagata, sia online che offline, sono stati il 14,5% contro il 40,5% che ha usato gli sms e il 36% che si è affidata al bollettino postale. Inoltre, sempre secondo la ricerca SWG, nel 2008 i donatori che hanno utilizzato il web sono stati ancora solo il 19,1%, contro il 64% degli Usa.
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