Carissimo, non c’è dubbio: questo non è un Paese per giovani. Come ha detto poche settimane fa l’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi su questo settimanale: «Offrire lavoro, pur con le gravi difficoltà in cui si dibatte il mercato, è oggi condizione di vita, di dignità personale e familiare, per molti. La “questione lavoro” dovrebbe davvero essere messa ai primi posti dell’ordine del giorno di tutti quanti hanno responsabilità pubbliche o d’impresa». Bisogna far di tutto perché questo accada e bisogna avere coraggio di cambiare impostazioni e attaccare, se è il caso, posizioni di rendita (penso al disastro della formazione in questo Paese).
Nel Piano sull’occupabilità dei giovani presentato lo scorso mese dal ministero del Lavoro e dal ministero della Gioventù ci sono indicazioni interessanti ma nessuno le sta davvero discutendo. E non mi riferisco solo alla politica, ma anche ai media, alle rappresentanze, agli istituti di credito e ai sindacati.
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