Famiglia
Macelleria sociale, remember?
Meno 50 milioni alla cooperazione e alla ricerca, meno 30 alla famiglia e al fondo non autosufficienti. Poi la maggioranza...
di Redazione
I conti, come gli esami, non finiscono mai. Specie se si cambiano le carte in tavola, come han fatto quei senatori che settimana passata hanno deciso di ridurre da 10 a 3,5 euro il ticket introdotto per ripianare il deficit sanitario di alcune Regioni, Lazio in prima fila. Si è perciò aperta una voragine di 350 milioni colmata dal ministero dell?Economia attraverso una riduzione dei fondi sociali: meno 50 milioni al fondo per i Paesi in via di sviluppo e a quello per la ricerca sulla salute. Meno 30 al fondo per la famiglia, a quello per le non autosufficienze, alle politiche giovanili. Meno 100 milioni per l?estinzione dei debiti pregressi. Meno 60 al fondo unico per lo spettacolo.
Una scelta che, come era prevedibile, ha suscitato immediate reazioni. Sia del mondo politico che del volontariato. Il viceministro agli Esteri, Patrizia Sentinelli non usa mezzi termini: «È un fatto gravissimo. Si mette a rischio l?efficacia del nostro intervento. Non voglio indicare dove trovare i fondi per la copertura della spesa sanitaria, ma certo si devono individuare spese comprimibili e non gravare sulla cooperazione già compressa di suo».Ancor più irritate le associazioni. Secondo Lucio Babolin, presidente Cnca, «è un?operazione inconcepibile che mette in forse la nostra partecipazione ai tavoli di concertazione. Non si può dare con una mano e togliere con l?altra, scaricando la copertura sulle spalle del sociale». «Senza contare che si toglie in ambiti nei quali il governo aveva dato poco dicendo che quel poco era un primo segnale», rincara la dose Andrea Olivero, presidente Acli. Che aggiunge: «Sarà pure stato un errore ma l?amarezza rimane: il fatto che si sia ipotizzata una simile scelta denota quanto il sociale sia poco considerato». Comunque il deficit va coperto: oltre al bilancio militare (cresciuto anche nella Finanziaria 2007) si potrebbe impiegare parte dell?extragettito, ormai salito a quota 10 miliardi. E proprio questo intendono proporre le associazioni che hanno chiesto un incontro al ministro Livia Turco e scritto una lettera ai capigruppo parlamentari dell?Unione per sensibilizzarli.
Intanto, sul fronte politico, qualcosa comincia a muoversi. Le commissioni Affari sociali della Camera e quella del Tesoro (Senato), riunite in seduta congiunta, hanno definito inaccettabile il taglio. «Sono al vaglio», garantisce Mimmo Lucà, presidente della Commissione, «diverse ipotesi di copertura. Quel che è certo che non vogliamo sottrarre fondi al sociale. Una posizione condivisa dalla maggioranza delle due commissioni».
Resta un solo mistero: come mai il decreto dei tagli al sociale era stato varato dal Consiglio dei ministri? Chi c?era dormiva?
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