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Manovra, rottura con le Regioni

Si va verso il maxiemendamento e la fiducia. Ma i governatori continuano a protestare

di Redazione

I giornali si occupano anche della questione invalidità con la cancellazione dell’innalzamento all’85% che era stato introdotto dal governo

 

 

 

Il CORRIERE DELLA SERA di oggi punta sulla “Frattura Regioni-governo”. L’ esecutivo decide di dare il via libera alla formula fai da te, cioè affidare alla Conferenza stato-regioni il compito di definire la ripartizione dei tagli, premiando le regioni che hanno già eliminato gli sprechi con il patto di stabilità. Una formula che però non ha placato le ire dei governatori che ora chiedono di essere ascoltati dal premier e da Tremonti. A capo della rivolta il governatore lombardo Roberto Formigoni: “Il premier ci ascolti, così premiano chi spreca di più”: «L’emendamento sulla flessibilità delle ripartizioni è solo fumo negli occhi e per di più scritto male. Con il paradosso che chi ha una spesa corrente enorme verrà premiato. E noi lombardi virtuosi verremmo tagliati fuori dall’emendamento». A pag 5 Paolo Foschi passa in rassegna le misure della manovra sotto il titolo “La soglia di invalidità torna al 74%. In pensione con 40 anni di contributi”. Eccone una sintesi: «il governo presenterà un maxi-emendamento con la fiducia, che dovrebbe andare al voto finale il 14 luglio. Ieri intanto qualche modifica nel testo è stata approvata. Ma per le contestate norme su tredicesime, fiscalità per le imprese e certificati verdi, sono state rinviate a oggi, insieme ad alcuni interventi che potrebbero essere messi a punto nella notte «per venire incontro alle legittime aspettative dei lavoratori della sicurezza e delle forza armate». Ecco comunque le principali novità discusse e approvate prima della sospensione dei lavori della Commissione di ieri sera: I requisiti per le pensioni di invalidità tornano come prima della manovra. Con un emendamento del relatore, è stata ripristinata al 74% la soglia di invalidità per ottenere l’assegno. Viene dunque cancellato l’innalzamento all’85% che era stato introdotto dal governo per produrre risparmi su queste delicato ma oneroso capitolo di spesa per le casse pubbliche. Per mantenere invariati i saldi e gli obiettivi di spesa, comunque, «nel massimo rispetto per gli invalidi, si applicherà la massima intransigenza verso i falsi invalidi», ha annunciato il senatore Azzollini. Dunque, per stanare i furbi, viene aumentato il numero delle verifiche annuali che l’Inps effettua: si passa da 200 mila a 250 mila. E secondo le stime dello stesso istituto previdenziale (basate sull’incidenza percentuale dei furbi), quei 50 mila controlli in più all’anno dovrebbero permettere di smascherare almeno 3000 «furbetti», con i conseguenti risparmi di spesa. Le associazioni dei disabili però continuano a chiedere garanzie sulle indennità di accompagnamento, sulle quali si è abbattuta la scure della manovra. Restano sufficienti i 40 anni di contributi per accedere alle pensioni di anzianità. Ma secondo i sindacati c’è ugualmente un «cambiamento in peggio» per i lavoratori, come spiegato dalla Cgil in una nota: «Dal 2015, quando comincerà ad attuarsi l’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita, ci vorranno 3 mesi in più per poter andare in pensione».  
In Commissione Bilancio è stato poi confermato il taglio per 8,5 miliardi di euro alle Regioni, ma è stato introdotto un sistema di flessibilità. l termine di una lunga («e molto vivace» racconta chi era presente) discussione in Commissione Bilancio, ieri mattina è stato approvato anche l’emendamento che proroga a tutto dicembre per le popolazioni terremotate il termine per la restituzione delle tasse non pagate.

 

LA REPUBBLICA insiste sulla legge economica: “Manovra, rottura governo-Regioni”. I servizi all’interno descrivono una maggioranza molto combattuta. Gli enti locali compatti contro la manovra, l’esecutivo convoca la Stato Regioni ma i presidenti regionali non sono soddisfatti: «siamo pronti a restituire le deleghe» conferma Formigoni (e “I sondaggi fanno paura Berlusconi non esclude di vedere i governatori” titola un pezzo di Roberto Mania). Un passo avanti sarebbe però stato fatto: le  Regioni, a saldi invariati, potranno decidere dove tagliare. E dunque, secondo i governatori, di che morte morire. La manovra dovrebbe essere votata, con fiducia e sotto forma di maxiemendamento, il 14 luglio. A fianco un pezzo sulle modifiche: “Via la stretta fiscale sulle imprese dietrofront sulla soglia di invalidità”. Per mano del relatore Azzollini sono state cancellate la stretta sulle pensioni di invalidità e i tagli sulle tredicesime (per magistrati, polizia, vigili e professori). I tagli alle regioni saranno flessibili, mentre per le pensioni alle statali arriva uno scalone unico a partire dal 2012 (si potranno ritirare dal lavoro a 65 anni), dal 2015 adeguamento per tutti dell’età pensionabile alla speranza di vita. Per Roma capitale in arrivo 50 milioni in più e ancora di salvezza per 22.500 lavoratori socialmente utili in Sicilia. Alle regioni a statuto speciale non sarà applicato il dimezzamento delle spese per contratti a tempo. Infine proroga per la sospensione delle tasse abruzzesi. Sarà compensata con un aumento del prezzo delle sigarette.

 “Tagli confermati. Per le regioni vicina la rottura”, titola così in prima IL SOLE 24 ORE. Ieri palazzo Chigi ha infatti chiuso per l’ennesima volta le porte a un incontro dei governatori col premier e ha dato via libera in commissione al Senato all’emendamento del relatore che conferma i tagli da 8,5 miliardi in due anni, che saranno più flessibili, non lineari, e premieranno le regioni virtuose. Il quotidiano di Golfindustria parla ormai di crisi istituzionale. Ma se da un lato il fronte è aperto con egli enti locali, dall’altro, a pagina 2 e 3, vengono raccolti segnali critici da altre organizzazioni. In primis i commercialisti: in questo caso a scrivere è lo stesso Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti che si scaglia contro l’ipotesi di sospensione del credito da parte di un cittadino nei confronti della pubblica amministrazione: «Impedire il diritto di operare compensazioni fiscali, quando si è in difetto rispetto al pagamento di importi iscritti a ruolo, ci può stare, ma è ormai arrivato il momento di agire a monte su una più ampia e penetrante possibilità di regolamentazione mediante compensazione dei rapporti debitori e creditori che intercorrono tra lo stato e i suoi cittadini». A rincarare la dose ci pensano o grossisti farmaceutici aderenti ad Adf, sul piedi di guerra per i tagli previsti nel settore del 3,65 per cento. Si parla poi della retromarcia del governo sugli assegni di invalidità: “Torna la soglia del 74%” titola la spalla a pagina 2. Chiude il servizio un’intervista a Renata Polverini, governatore del Lazio, che ritorna sullo scontro Stato-Regioni: «La manovra rischia davvero di essere molto pesante e di incidere fortemente sui servizi. In ogni caso da un punto di vista istituzionale un incontro con Berlusconi a questo punto è quanto mai indispensabile».

IL GIORNALE torna sulla manovra facendo riferimento alle Regioni. “Tremonti non fa sconti. Ma dà un premio a chi risparmia” in evidenza anche la questione invalidi. «Massimo rispetto per gli invalidi e intransigenza verso i falsi sono le parole del sottosegretario Azzolini che si riferisce a al tetto del 74%  delle pensioni e al via di 250mila controlli da parte dell’Inps». Intervento di Gilberto Oneto che scrive: «Schiaffare le cifre in faccia a un’opinione pubblica distratta moltiplica il disagio e la voglia di reazione dei cittadini che trovano scolpita nelle cifre la propria deprivazione, la rapine delle sue risorse e la perequazione scriteriata, quando non maliziosa delle stesse».

 

“Manovra, il no delle Regioni- Berlusconi: mai correnti nel Pdl”, è il titolo di apertura de LA STAMPA, che mette insieme le questioni più legate alla manovra con quelle più squisitamente politiche.  A pagina 5 in alto si fanno i conti dei tagli “A rischio i trasporti locali”: secondo le stime della Cgia di Mestre: «La mannaia dei tagli andrà a colpire soprattutto il settore del trasporto locale e quello del territorio, con oltre 3,5 miliardi di mancati trasferimenti complessivi. (…)  Per Federconsumatori, Movimento consumatori e Adusbef e le associazioni dei pendolari: “Un taglio di circa il 30% del trasporto pubblico locale è del tutto impensabile e improponibile”. L’unica via d’uscita possibile, a detta di consumatori, sarà quella di tagliare le linee e di far lievitare il prezzo del biglietto, anche del 50%». Sotto la mappa delle proteste, quella dei disabili (“La soglia resta al 74%. Ma la retromarcia non ferma il corteo”), quella dei terremotati e quella dei grossisti dei farmaci.

IL MANIFESTO dedica alle scelte del governo l’editoriale in prima pagina di Galapagos. Il titolo è «Una manovra deflattiva contro il paese». Il disegno di legge è definito «una farsa, anzi, una buffonata». Perché  «non solo non è nell’interesse del paesee, ma rischia di lacerarlo, aumentando l’emarginazione sociale, le differenze di classe, penalizzando il Sud». La manovra «forse servirà a tenere un po’ sotto controllo i conti pubblici» ma non «a rilanciare lo sviluppo». Come esempio viene citata «l’abolizione dei certificati verdi che favorivano gli investimenti in energie alternative» sostituiti «dalla costruzione di centrali nucleari, dall’intensificazione dell’uso delle risorse fossili». Inoltre «sugli enti locali e il pubblico impiego è concentrato il 70% dei sacrifici». All’interno il quotidiano si occupa in particolare dei tagli alla cultura: «La manovra degli ignoranti» è il titolo sotto l’occhiello «Civiltà in pezzi» e si racconta anche della mobilitazione contro i tagli dei militari nella base aeronautica di Centocelle: «600 sottufficiali saltano il pasto per protesta: “Ormai siamo disperati”». In un box a pagina 5 viene segnalata la questione disabili: «Tagli ritirati ma la manifestazione di oggi resta».

“Disabili, ora si ragiona”. Così AVVENIRE annuncia in prima pagina il dietro front del Senato che ha riportato al 74% la soglia di invalidità, anche se resta il nodo dei requisiti per l’indennità di accompagnamento. Per questo le associazioni dei disabili non hanno cancellato la manifestazione di protesta indetta per oggi da Fish e Fand, anche se sperano che alla fine possa “trasformarsi in una festa” se verrà accolta anche la seconda richiesta. Per rafforzare la lotta ai casi di frode accertata è stato deciso di aumentare dai 200mila già previsti a 250mila i controlli dell’Inps per scovare i falsi invalidi. Per un problema risolto, restano invece forti le tensioni con le autonomie locali. Resta immutata ‘entità dei tagli alle Regioni con l’unica eccezione che a decidere i criteri con cui realizzarli, in versione “fai-da-te”, sarà la Conferenza Stato-Regioni, entro 3 mesi dall’entrata in vigore. Così si fa incandescente la rivolta di governatori e sindaci che chiedono a gran voce un incontro politico con il Governo. La situazione rasenta ormai un vero problema istituzionale, testimoniato anche dalle parole di  Roberto Formigoni che si dice «pronto alla restituzione delle deleghe sui servizi più colpiti dai tagli».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

CORRUZIONE
LA REPUBBLICA – “Treni, così truccavano le gare «Ok al ponte anche se è a rischio»”. Richiamo in prima e doppia pagina interna per l’ultimo scandalo scoperto tramite le intercettazioni. Tangenti in cambio di appalti pilotati per aggiudicare a imprese amiche le commesse relative alle manutenzioni. A Napoli, 5 arrestati fra cui due ex dirigenti Trenitalia. Altri sei indagati fra i dirigenti attuali. Le Ferrovie hanno collaborato dicono i giudici e si costituiranno parte civile. «La struttura messa in piedi ha una pericolosità permanente» ammonisce il gip. Di fianco, stralci di verbali: “Quel ponte pericolante va collaudato è cosa urgente e te la pago a parte”

 

RIFUGIATI
IL MANIFESTO – La prima pagina è per il caso dei rifugiati eritrei in Libia. “La nostra Africa» è il titolo d’apertura del quotidiano, sotto una foto di due donne in lacrima. «Ancora violenze sui ragazzi eritrei rinchiusi in fondo al Sahara libico nel campo di Baqr. Sono in 205 e tra loro ci sono anche gli 11 respinti in mare dall’Italia. Il nostro governo vorrebbe identificarli per valutarne lo status di rifugiati». Su qusto punto il quotidiano scrive: «Se il problema è solo questo Il manifesto mette a disposizione la lista completa dei nomi». Stefano liberti nell’editoriale scrive: «Abbiamo i nomi di tutti loro, uno per uno, ma non li pubblichiamo, perché metteremmo a rischio la loro incolumità»

BIOETICA
AVVENIRE – La pagina 9 è interamente dedicata al boom dei bambini nati in provetta: oltre 10mila nel 2008. Nella relazione annuale depositata in Parlamento sull’applicazione della legge 40 che regola le tecniche di fecondazione assistita i numeri parlano di un aumento continuo delle richieste, dei centri, dei figli concepiti in laboratorio. Ma anche di alcuni problemi crescenti come l’età sempre più alta delle donne e l’enorme eccedenza di embrioni prodotti rispetto ai bimbi nati. Per il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella si tratta di «una legge che funziona. Non è una legge “cattolica” ma un compromesso laico, un bilanciamento sapiente di vari interessi in gioco, dal diritto alla vita e alla famiglia del nascituro alla salute della madre. Ma con altrettanta prudenza con la quale è stata elaborata, questa legge va applicata e valutata».

AVVENIRE – “Stati vegetativi: coscienza sospesa ma spesso c’è”, dicono gli scienziati di tutto il mondo che partecipano a Baronissi (Salerno) alla Terza Conferenza Internazionale su coma e coscienza. Hanno accertato che in alcuni casi la percezione rimane presente e ridisegnato il quadro complessivo di un problema che, da malattia quasi sconosciuta, si avvia ad essere considerato “gravissima disabilità”.

LA STAMPA – “Selezione degli embrioni. La Germania dice sì”: «Secondo i giudici della Cassazione esaminare un embrione in provetta prima che venga impiantato nell’utero, per scoprire eventuali difetti genetici, non costituisce un reato, neanche se, sulla base di quei test, un medico dovesse decidere di usare solo gli embrioni sani e di scartare quelli malati».

 

CARCERE
AVVENIRE – Alla nuova Agenzia nazionale per il reinserimento dei detenuti è dedicata tutta la pagina 5. Il ministero della Giustizia e la Fondazione Di Vincenzo lanciano un progetto in 5 regioni-pilota (Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia e Veneto) per combattere il rischio di recidiva degli ex detenuti aiutandoli nella ricerca di un lavoro.

LA STAMPA – “Recupero detenuti, bufera su Alfano”. «E’ il ministro Angelino Alfano ad ufficializzare il finanziamento, quasi 5 milioni di euro dell’Agenzia nazionale Reinserimento detenuti ed ex detenuti. “Lotta alla recidiva”, è la parola d’ordine in questa conferenza stampa in grande stile con Gianni Letta come ospite eccellente e il capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Franco Ionta. Toni trionfalistici che non sono smorzati dai malumori, montati appena si è saputa la notizia, del mondo del volontariato in carcere che non ci vede chiaro in questa pioggia di denaro su “soggetti” che di esperienza nel campo ne hanno poca. Difficile avere risposte visto che la scelta dei finanziamenti da fare con il denaro della Cassa Ammende non risponde ad alcun criterio. Non ci sono né bandi né gare. Così, nasce questa Agenzia (Anrel) grazie a una convenzione quadro siglata tra il Ministero della Giustizia e la Fondazione “Mons. Di Vincenzo”, ente morale con personalità giuridica di diritto civile ed ecclesiastico, nato nell’ambito del Rinnovamento dello spirito in collaborazione con il Comitato Nazionale per il Microcredito, l’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata, la Caritas Italiana, le Acli Nazionali, la Coldiretti Italiana, la Prison Fellowship International, il Rinnovamento nello Spirito Santo.  Le ambizioni nelle cinque regioni pilota (Sicilia, Campania, Lazio, Lombardia e Veneto) sono notevoli: 1.800 ex-detenuti impiegati. Ma c’è chi si domanda su cosa si fondi tutto questo ottimismo visto che i soggetti coinvolti hanno tutti poca esperienza nel campo. Ornella Favero, direttrice di Ristretti Orizzonti, da anni nella trincea del volontariato, fa notare che il curriculum della fondazione prescelta vanta dal 2003 ad oggi solo 12 detenuti reinseriti nel mondo del lavoro. «Un curriculum che è valso quasi cinque milioni di euro», dice

 

ISLAM
LA STAMPA – “Dall’Europa al Maghreb i viaggi delle spose bambine”. Dossier curato da Domenico Quirico: «D’estate lo scontro tra culture esplode. Le ragazze cresciute in Occidente vengono portate nei Paesi d’origine con la scusa delle vacanze e consegnate ai mariti scelti dalle famiglie. Si calcola che ogni anno settantamila adolescenti francesi tra i dieci e i 18 anni siano costrette a questi estivi matrimoni forzati. Vengono affidate contro la loro volontà a uomini incruditi dalla idea di esser padroni di vita di morte e di lussuria su quelle donne. Spesso il loro matrimonio è stato deciso quando erano appena nate, «per dar loro il tempo di amare l’uomo che dovevano sposare», spiegano i genitori, pacatamente implacabili.
La statistica ci restituisce il terribile contorno numerico del fenomeno, tipico dell’estate alla fine delle scuole. Ma non racconta il suo nucleo più feroce: gli stupri, le violenze, le botte che vengono utilizzate per strappare il consenso alle ragazze. E poi le umiliazioni di una vita quotidiana senza affetto, la depressione, spesso il suicidio».

LAVORO
ITALIA OGGI – “Chi lavora merita gli utili”, titola in apertura il quotidiano giallo, prendendo spunto dall’apertura delle consultazioni sul  codice di partecipazione. Sul tema Sacconi ha scelto la stada di un maggiore coinvolgimento di sindacati e imprese senza imposizioni normative, ma tramite accordi sociali. L’idea di partenza è quella di trasferire in busta paga la maggiore produttività aziendale. Quale controvalore per i lavori del loro maggiore impegno in azienda.

 

NUCLEARE
CORRIERE DELLA SERA – “Veronesi va verso la presidenza dell’Agenzia per l’energia nucleare”, titola via Solferino a pag 24. Nel pezzo di Alessandra Arachi si dà conto dell’ipotesi sponsorizzata dal ministro Stefania Prestigiacomo, per cui sarebbe pronta anche una riforma della norma sull’incompatibilità con inrachi politici (Veronesi è un parlamentare del Pd). Dal canto suo l’oncologo risponde così: «Se mi cambiano la legge. Se mi garantiscono che occupare questo ruolo non sottrae tempo ai malati, ci posso pensare su». 

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