Famiglia
Marelli a Fini, più cooperazione = più credibilità Italia
Il presidente dell'associazione Ong italiane, a margine di Civitas, a Padova, fa il punto in un'intervista sulla situazione della cooperazione italiana
di Redazione
PADOVA – ”Un’amministrazione americana che ci prende in giro con un rapporto sull’uccisione di una persona che ha voluto dire molto per il nostro paese, come Nicola Calipari, e’ per me l’ennesima prova della scarsa credibilita’ dell’Italia a livello internazionale. Rafforzare la cooperazione vuole dire anche dimostrare che la cooperazione internazionale e’ prioritaria all’interno dei programmi del governo e quindi bisogna aumentare la possibilita’ di essere credibili ed ascoltati”. Lo afferma in un’intervista all’Asca Sergio Marelli, presidente dell’associazione Ong italiane, a margine di Civitas, a Padova. D – A che punto e’ il confronto sui temi della cooperazione internazionale col ministro degli Esteri, Gianfranco Fini? R – Il ministro Fini si e’ doverosamente interessato ad alcune grosse questioni di politica internazionale, come la riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e l’impegno italiano in Iraq. Ritengo, pero’, che avere anche una politica attiva di cooperazione internazionale rafforzi il ruolo e la credibilita’ dell’Italia sullo scenario internazionale anche per ottenere questi altri obiettivi. D – In che termini ci puo’ essere questo rafforzamento? R – Presentarsi con delle richieste alle Nazioni Unite e non avere un’Italia che mantiene gli impegni internazionali e che fa la sua parte a livello di responsabilita’, significa continuare ad avere il nulla sullo scenario internazionale. D – E’ un bilancio negativo quello che tira delle politiche per la cooperazione internazionale. Perche’? R – Per noi la cooperazione internazionale e’ un punto fondante la politica estera italiana. L’impressione e’ che da 6 governi e da 6 legislature si continua a dire della necessita’ di riformare la legge attuale sulla cooperazione, ma si continua a farlo rimpastando dei meccanismi che non tengono conto di quanto accaduto in questi anni, sia a livello internazionale, sia per quanto riguarda le nuove direttive europee e italiane, che non vengono minimamente recepite dai disegni di legge discussi in Parlamento. E’ come se la cooperazione internazionale fosse un settore marginale e marginalizzato, come fosse filantropia che non entra in un discorso politico vero. D – Alcuni esempi? R – C’e’ una nuova legge fiscale per le onlus, c’e’ la nuova legge sul servizio civile anche all’estero, c’e’ la riforma della Costituzione sulla sussidiarieta’, ci sono le direttive Ue. Tutte queste proposte non vengono recepite. Si continua a rimpastare una legge vecchia di 18 anni. D – La responsabilita’ e’, secondo voi, del ministero degli esteri? R – Noi chiediamo che un ministro degli esteri che e’ anche vicepremier di questo governo faccia sua la priorita’ della cooperazione internazionale e la ricollochi all’interno delle priorita’ che si da’ il governo. Ma da Civitas noi vogliamo lanciare una piattaforma anche verso la prossima legislatura. Chiediamo ai due schieramenti che le problematiche del welfare e in particolare dell’internazionale siano veramente recepite come delle priorita’ per il nostro paese. D – Per quanto riguarda la guerra in Iraq, ribadite che le truppe italiane vanno ritirate immediatamente? R – Noi abbiamo sempre sostenuto l’ingiustizia di questa guerra, la sua non legittimita’. Via, dunque, le truppe italiane perche’ una forza cosi’ disegnata non puo’ avere nessuna legittimita’ e due anni di presenza dimostrano che hanno fatto dal punto di vista della sicurezza e della pace. Via ”queste” truppe, perche’ il problema della sicurezza e’ nostro. Non siamo antimilitaristi ma diciamo che le cose vanno fatte a modo”.
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